Consorzio rifiuti, blitz della Finanza

Le fiamme gialle nella sede della Consac. Nel mirino gli appalti dei servizi
CHIETI. Un blitz alla caccia di documenti per un'inchiesta che segue la pista degli appalti dei rifiuti nell'Alto Chietino. Una doppia visita a sorpresa del nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza è arrivata alla sede della Consac in contrada Val di Foro e negli uffici del Consorzio dei rifiuti del Chietino al pianoterra del municipio. Coordinati dal comandante del nucleo, il tenente colonnello Gabriele Miseri, i finanzieri in borghese hanno fatto sgombrare gli uffici per lavorare con calma alla ricerca delle carte. E' cominciata così la selezione dei documenti utili all'esame dettagliato delle attività svolte da Consac, braccio operativo privato del Consorzio al cui interno detiene il 49 per cento.
Appalti e affidamenti diretti di attività sono sotto la lente d'ingrandimento secondo alcune indiscrezioni che però non precisano il periodo su cui si concentra l'attenzione degli inquirenti. E non ci sarebbero al momento persone iscritte nel registro degli indagati nell'inchiesta delegata alle Fiamme gialle dal procuratore capo di Chieti, Pietro Mennini, e orientata alla ricostruzione della complessa rete di rapporti tra la parte pubblica e quella privata della macchina dei rifiuti su cui si appuntano i sospetti di irregolarità. Rapporti che pesano in modo determinante sul piano contabile, visto che il bilancio annuale del Consorzio teatino, circa 5 milioni di euro, viene gestito quasi per intero proprio da Consac.
Il servizio di raccolta dei rifiuti nei venti Comuni consorziati (Ari, Bucchianico, Canosa Sannita, Casacanditella, Casalincontrada, Crecchio, Fara Filiorum Petri, Miglianico, Miglianico, Pretoro, Rapino, Ripa Teatina, Roccamontepiano, San Martino sulla Marrucina, Tollo, Torrevecchia Teatina, Vacri e Villamagna) è il cuore dell'attività dell'impresa capitanata da Claudio Galasso, ma tra le molte voci dei servizi ecologici spiccano anche lo smaltimento in discarica e centri di riciclo e compostaggio e la gestione post-chiusura della discarica consortile di Colle San Donato, disattivata dal 2008 per il raggiungimento anticipato della capienza di progetto, poco più di 260mila tonnellate.
Un criterio seguito dalle indagini potrebbe essere la conformità degli affidamenti diretti, da Consorzio a Consac, alle recenti norme che obbligano alla gara d'appalto a evidenza europea. La tesi alla base delle indagini sarebbe in questo caso il movimento di denaro, il corrispettivo dei servizi, secondo meccanismi che privilegerebbero il braccio privato anche quando la normativa prevede la libera concorrenza. Sullo sfondo delle ipotesi che hanno innescato l'operazione di polizia giudiziaria campeggiano le polemiche sulla gestione del Consorzio, che naviga in pessime acque finanziarie per via del credito mai riscosso e segnalato per giunta in crescita, due milioni e mezzo di euro per il mancato introito delle quote non versate dai Comuni morosi.
Una sofferenza che si riversa direttamente sui bilanci approvati comunque a grande maggioranza dai sindaci, bilanci che si chiudono regolarmente in pareggio e quindi senza rilevanti vantaggi economici per la parte privata. «E' un'indagine di cui non sappiamo nulla», commenta la presidente del Consorzio, il sindaco di Casalincontrada Concetta Di Luzio, «e del resto operazioni di questo genere sono giustamente avvolte nel riserbo». Consac è anche il fulcro sindacale della macchina dei rifiuti. Il versante della tutela dei lavoratori, circa ottanta tra autisti, operatori, tecnici e impiegati, si è di recente incrociato con le tribolazioni finanziarie di Consorzio e braccio privato. Paola Puglielli, segretaria provinciale della Cgil Funzione pubblica, a fine marzo era partita dal debito accumulato dai Comuni morosi per poi paventare pericoli per gli stipendi ai dipendenti e un seguito di possibili azioni sindacali. Da parte sua, Consac aveva minacciato di revocare il servizio di raccolta nei Comuni morosi. E ora il cerchio si chiude con l'inchiesta giudiziaria che punta a chiarire i flussi del denaro gestito dalla macchina dell'immondizia mentre si prospetta il tramonto dei consorzi, che a fine anno dovrebbero chiudere per passare le competenze sui rifiuti alle province. (ha collaborato Francesco Blasi)
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