Contestato l’elettrodotto «No all’archiviazione bis»

Protesta durante l’udienza sulla seconda denuncia per omissione in atti d’ufficio «Alcuni Comuni non hanno pubblicato gli avvisi per gli espropri dei terreni»

LANCIANO. Torna a farsi sentire il fronte del no contro la realizzazione dell’elettrodotto Villanova- Gissi, l’“autostrada” energetica ad altissima tensione - 380mila volt - che punta a portare energia dal Montenegro all’Italia passando per 16 comuni abruzzesi e decine di tralicci alti fino a 75 metri. L’occasione di una protesta spontanea dei cittadini, riuniti ieri mattina davanti al tribunale di Lanciano, è stata l’udienza successiva alla seconda richiesta di archiviazione per il reato di omissione di atti d’ufficio denunciato dal perito industriale Antonio Di Pasquale.

L’ipotesi di reato. Di Pasquale, interpellato da numerosi cittadini sulla realizzazione dell’elettrodotto e sulle possibili conseguenze dell’opera, ha scoperto che diversi comuni non hanno pubblicato in maniera chiara e completa, e in qualche caso addirittura omesso, gli avvisi per la procedura di esproprio dei terreni. Per l’area frentana i funzionari denunciati appartengono ai comuni di Paglieta, Castel Frentano e Sant’Eusanio del Sangro, ma un procedimento analogo è stato avviato anche a Chieti. Per Di Pasquale si tratta di «un fatto gravissimo» e di una vera e propria «lesione del diritto dei cittadini all’informazione. In alcuni casi», incalza Di Pasquale, «sono state omesse proprio le tre pagine finali del progetto di realizzazione dell’elettrodotto in cui si spiegavano i termini e le modalità per un eventuale ricorso». «Al giudice Marina Valente (che si riserverà di decidere in questi giorni, ndc)», spiega l’avvocato Antonio Scena, del foro di Chieti, «abbiamo chiesto l’imputazione coatta, ovvero di proseguire nelle indagini per il reato doloso di omissione di atti d’ufficio».

La battaglia contro Terna. Questa udienza potrebbe incidere in maniera importante anche sulle cinque pendenze al Tar sulla questione elettrodotto. Uno dei ricorsi riguarda proprio la materia della mancata informazione ai cittadini a causa di presunti vizi procedurali. In caso di giudizio a favore di Di Pasquale si creerebbe un precedente importante anche per il tribunale amministrativo. «Ciò che indigna», aggiunge Di Paquale, «è che avevamo chiesto l’annullamento dell’atto di autorizzazione dell’opera al ministero dello Sviluppo economico proprio per via di queste azioni legali, ma nulla è stato fatto. Invieremo nuovamente la richiesta di annullamento perché l’autorizzazione a nostro avviso è illegittima».

Le proteste. Davanti al tribunale sono accorsi i cittadini coinvolti dalla realizzazione dell’elettrodotto, associazioni tra cui la Coldiretti, e il consigliere comunale di Lanciano Alex Caporale che in passato ha avanzato diverse interrogazioni sul progetto di Terna. «Nessuno ci ha detto niente, nè i comuni, nè la politica», protesta un agricoltore, «siamo stati lasciati soli a combattere questa battaglia per la salute». «Invece che spendere milioni per grandi opere a così devastante impatto ambientale», interviene Silvia di Paglieta, «perché non si finanziano piccole opere di micro energia diffusa?». «Sono venuti gli incaricati di Terna a propormi un accordo», racconta Mirella Di Rosa, proprietaria di un terreno a Casacanditella, «per far passare due sostegni su un terreno di 25mila metri quadri del valore di 200mila euro mi hanno offerto 4mila euro una prima volta e 20mila una seconda. Ho detto no: la salute non ha prezzo». «Ci sono regioni come la Toscana e le Marche», dice Antonella La Morgia, del comitato Cast (ambiente salute e territorio, ndc)», che si sono opposte alla pianificazione di elettrodotti ad altissima tensione. La Regione Abruzzo invece non ha espresso nemmeno un parere».

Daria De Laurentiis

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