Continua a molestare la ex operaio ai domiciliari

6 Gennaio 2013

VASTO. Mesi d’inferno. Angoscia e paura. È il prezzo di un amore adolescenziale che è diventato tormento. Nonostante la denuncia per stalking, S.P., operaio ventenne, ex fidanzato di una sedicenne,...

VASTO. Mesi d’inferno. Angoscia e paura. È il prezzo di un amore adolescenziale che è diventato tormento. Nonostante la denuncia per stalking, S.P., operaio ventenne, ex fidanzato di una sedicenne, ha continuato a ossessionare la ragazzina, terrorizzandola in presenza anche delle amiche. A chiedere aiuto alla polizia per la seconda volta nel giro di un mese è stata la madre della ragazza. Vista la situazione estremamente delicata segnalata al vicequestore, Cesare Ciammaichella, e seguita anche dalle operatrici dello sportello antiviolenza Save, il Gip del Tribunale di Vasto, Stefania Izzi, ha disposto per S.P.gli arresti domiciliari.

«Nel caso il giovane, già denunciato nonostante la giovane età per furto, lesioni personali e tentato omicidio, dovesse insistere con il suo atteggiamento persecutorio sarà accompagnato in carcere», avvisa il dirigente del commissariato.

La magistratura vastese ha deciso di adottare il pugno duto con gli stalker. Venerdì i poliziotti della squadra anticrimine hanno notificato all’operaio il provvedimento di custodia cautelare domiciliare.

Come spesso accade il ventenne non si rassegnava alla fine del rapporto con la sedicenne. Per convicerla a tornare con lui ha iniziato a umiliarla, ingiuriarla e picchiarla. «Grazie all’aiuto di diversi testimoni abbiamo avuto la conferma che il giovane, nonostante la denuncia e il divieto di contattare anche solo telefonicamente la ragazzina, ha continuato a ossessionarla anche attraverso Facebook con un falso profilo. Era riuscito persino a trovare il modo per incontrarla per strada. Di grande aiuto alla ragazza è stata la dottoressa Teresa Di Santo, responsabile dello sportello antiviolenza Save e il suo staff legale.

«La ragazza era così spaventata che nascondeva le violenze subite anche ai familiari e agli amici», racconta la polizia. «La giovane vittima ci ha confidato che taceva perché temeva di perdere le amiche del cuore testimoni involontarie dei soprusi». La speranza è che ora l’incubo per la studentessa sia davvero finito. (p.c.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA