Contrade senz’acqua sale la protesta «Non paghiamo più»

I residenti tornano davanti alla sede della Sasi il vicesindaco Valente: gli amministratori si dimettano

LANCIANO. Bollette accartocciate tra le mani, voci piene di collera e di esasperazione, richieste di spiegazioni ai vertici della Sasi cadute nel vuoto perché il consiglio di amministrazione (Cda) formato da Domenico Scutti, Giuseppe Di Vito e Vincenzo Palmerio, è irrintracciabile. Si sono dati appuntamento ancora una volta negli uffici della Sasi i residenti di Rizzacorno, Villa Elce, Villa Andreoli, Villa Pasquini, Re di Coppe, a cui si sono aggiunti i rappresentanti di Fontanelle e Sant’Onofrio, per protestare per le interruzioni continue del servizio idrico nelle loro contrade che vanno avanti da un anno e mezzo, senza preavvisi né spiegazioni. A spingere i cittadini alla nuova protesta, dopo quella di lunedì pomeriggio, è stata la mancata erogazione dell’acqua per tre giorni, dopo la rottura della condotta dell’acquedotto del Verde a Castel Frentano, mentre in città dai rubinetti era tornata a sgorgare da domenica.

La protesta. «A Villa Pasquini l’acqua è tornata stamattina», dice un residente, «è assurdo stare per quasi quattro giorni a secco». «Basta, non paghiamo più le bollette», sbotta N.R., di Rizzacorno, «siamo stanchi di un disservizio e presi in giro dalla Sasi. Dov’è il presidente Scutti? Si è rifiutato di venire a parlare con noi e persino col vicesindaco Valente. Vogliamo risposte concrete: cosa dobbiamo fare per avere un po’ d’acqua? Servono tubi? Che si mettano: basta con le riparazioni di due centimetri che lasciano solo buchi nelle strade che rompono pure le auto». Al posto di Scutti, a rispondere alle proteste civili degli utenti è stato il dirigente Sasi, Domenico Di Renzo. «Per quanto riguarda la rottura, ci vogliono almeno tre-quattro giorni perché tutto torni alla normalità. Ci siamo attivati subito, anche per le contrade: abbiamo ricaricato i serbatoi della zona, i tecnici hanno dormito vicino ai serbatoi per evitare rotture con la immissione dell’acqua, ora passiamo alle verifiche e alla programmazione di interventi strutturali». Uno dei problemi delle contrade è quello delle condutture sottodimensionate rispetto alle abitazioni. Ma rifare la rete non è semplice con un budget di 5 milioni di euro per 92 comuni. «Intanto troviamo le falle per ripararle», ha detto Di Renzo, «la situazione è difficile: c’è un’emergenza continua per tamponare le falle e difficoltà di approvvigionamento dalle sorgenti. Ci sono 4 pompe alle sorgenti dove la portata è scesa a 950 litri al secondo da 1.300 e scenderà ancora. La soluzione è applicare quanto concordato tra Sasi e Comune: ossia garantire la fornitura fino alle 24 su tutto il territorio, contrade comprese, e riattivarla alle 5,30. Se l’acqua va via alle 14,30, come dite, non è perché chiudiamo i serbatoi, ma perché non arriva più».

La richiesta di dimissioni. Non è andata giù al vicesindaco Valente l’assenza del Cda Sasi: «È gravissimo che qui non ci sia nessuno, è totale mancanza di rispetto verso cittadini che pagano sulla propria pelle disservizi e promesse vane. Cittadini venuti pacificamente a protestare per disfunzioni che ci sono da anni. Chiedevano impegni concreti e chi doveva rispondere è assente. È giusto che rassegni le proprie dimissioni». Il consigliere regionale Emilio Nasuti (Pdl) ha inviato ieri una richiesta di incontro urgente a Scutti.

Teresa Di Rocco

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