«Contro il tribunale attacco inutile»

Il sindaco Di Primio: tutti uniti per realizzare la cittadella della giustizia

CHIETI. Protocollo delle udienze anche al tribunale di Chieti. L'argomento ieri mattina, che, alle 10, era sul tavolo del Cofa (consiglio dell'ordine forense regionale), per l'approvazione, è stato aggiornato alla seduta speciale che si terrà a Lanciano il 16 luglio. Per alcuni problemi tecnici sulla proposta di regolamentazione delle udienze penali, passata recentemente al vaglio della Corte di appello, sollevati dalla Camera penale di Pescara, si è deciso di aggiornare la discussione del documento, nel quale sono fissate regole per lo svolgimento dei processi penali a Chieti, troppo affollati, con testimoni, parti, avvocati spesso costretti a attese troppo lunghe e spesso inconcludenti.

Un protocollo già adottato dai Tribunali di Teramo e Pescara e da ultimo passato anche in Corte d'appello.  «Vogliamo solo che le udienze vengano regolamentate», dice il presidente della Camera penale di Chieti Goffredo Tatozzi, a margine della riunione, «secondo buon senso e ragionevolezza, ce lo chiedono da più parti. E anche il consiglio dell'ordine si è uniformato alla nostra richiesta. Ora formalmente chiederemo un incontro con il presidente Spiniello per arrivare a una soluzione del problema». 

La questione del protocollo si aggiunge a uno stato di disagio avvertito nel tribunale di Chieti da tempo e da più parti, personale, giudici, avvocati penalisti e civilisti. Ad amplificare il problema certamente ha contribuito l'inagibilità di parte del palazzo di giustizia dopo il terremoto del 6 aprile dello scorso anno.

Gli spazi nello stabile di piazza San Giustino, si sono notevolmente ridotti e il trasferimento, sia pur con carattere provvisorio, delle esecuzioni immobiliari e mobiliari nell'edificio di via Arniense, che anticamente ospitava il vecchio ospedale, non è servito a risolvere i problemi. E' necessario, hanno sostenuto gli avvocati, tramite la voce ufficiale del consiglio dell'ordine, recuperare gli spazi dichiarati inagibili. 

E su questo aspetto logistico del problema venerdì scorso si è riunito anche il comitato di manutenzione, formato da avvocati, presidente del tribunale, Comune e Provincia, questo ente proprietario di entrambi gli stabili di piazza San Giustino e via Arniense. All'incontro come ospite c'era anche un rappresentante della Regione. In quella sede il sindaco Umberto Di Primio, ha detto: «Sono molto preoccupato per quello che sta succedendo intorno al tribunale», ha detto, «che certo non aiuta a risolvere la questione che è quella di creare un sistema giudiziario unico.

Questo attacco alla istituzione tribunale non è utile. Come avvocato sono certo che i problemi nella gestione della giustizia ci sono, ma ci sono sempre stati anche quando non c'era l'emergenza terremoto, almeno ora c'è questa giustificazione. Come sindaco invece penso che sia utile arrivare a una unità di intenti da parte di tutti per realizzare la cosidetta cittadella della giustizia».

Secondo il primo cittadino questa divisione, che è stata alimentata anche dalle numerose interrogazioni di Daniele Toto, deputato della sua stessa parte politica, che al ministro Alfano ha chiesto il sopralluogo degli ispettori, delegittima la istituzione tribunale e soprattutto si indebolirebbe la possibilità di ottenere dal ministero di giustizia i finanziamenti, circa 5 milioni, per rendere agibile, la parte del tribunale attualmente inaccessibile».

Alla fine dell'incontro del Comitato di manutenzione si è arrivati alla conclusione che è urgente un incontro urgente con il segretario generale del ministero, avvocato Tiriteri. E lo stesso presidente Spiniello si è messo a disposizione per fissare l'appuntamento.

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