Cozzolino a giudizio per traffico di droga
Respinta la richiesta di scarcerazione per moglie e marito, processo il 28 maggio
VASTO. Traffico di droga: il Gup del tribunale di Vasto Anna Rosa Capuozzo ha disposto il rinvio a giudizio di Lorenzo Cozzolino, 40 anni nato a Cercola (provincia di Napoli) e della moglie, Italia Belsole, 26 anni di San Giorgio a Cremano (Napoli). L’udienza è in programma il 28 maggio. La vicenda che ha messo nei guai il pregiudicato risale al 4 maggio 2009, quando nella casa-bunker di Gissi, dove stava scontando una pena di due anni per detenzione abusiva di armi, arrivarono i carabinieri del reparto operativo, nucleo investigativo del comando provinciale diretti dal maggiore Giacomo Mastrapasqua, dal capitano Emanuele Mazzotta e i colleghi di Vasto. Il blitz portò al sequestro di 400 grammi di cocaina e 100 grammi di hascisc.
Fu l’epilogo dell’inchiesta denominata “Pipistrello” un’indagine durata due anni e che ha portato all’arresto per spaccio di altre sette persone a Vasto, Avezzano e Chieti.
Ieri mattina la vicenda è arrivata davanti al Gup Capuozzo. Le prove raccolte dagli investigatori sono state tante e tali da convincere il giudice vastese della colpevolezza della coppia.
Cozzolino ha negato, si è difeso, ma le giustificazioni fornite davanti alla montagna di indizi acquisiti in due anni di indagini e le intercettazioni ambientali sono risultate poco credibili.
Secondo i carabinieri l’indagato era riuscito ad avviare a Gissi un “illecito commercio” di droga ed i pusher si rifornivano direttamente nella sua casa.
La droga - sempre secondo l’accusa - veniva successivamente smistata a Vasto, San Salvo, Tornareccio ed in altri comuni sia del Chietino, sia del Pescarese.
Italia Belsole, accusata di concorso in spaccio non venne arrestata con il marito.
La donna, però, è anche lei in carcere con l’accusa di incendio di un’autovettura ed evasione.
Ieri il Gup ha rigettata la richiesta di scarcerazione presentata dai difensori, gli avvocati Nicola Boano del foro di Napoli e Giovanni Cerella di Vasto, per entrambi gli indagati. Sia Cozzolino, considerato dalla Procura di Vasto un elemento pericoloso, che la giovane moglie, rimangono in cella. Lui a Vasto, lei a Chieti. Il presule della camorra arrivò in Abruzzo sette anni fa. Ha precedenti per spaccio, omicidio preterintenzionale, rapina, furto e detenzione di armi.
Fino all’agosto del 2008 ha vissuto in una sorta di casa-bunker con le inferriate alle finestre.
Poi la moglie ha ottenuto una casa popolare. Il 14 dicembre 2009, grazie alla collaborazione di alcune madri-coraggio, i carabinieri hanno arrestato anche la figlia del boss, Giovanna, 21 anni. La ragazza è stata fermata ad un posto di blocco al volante della sua Y10 e trovata con un trolley farcito con due chilogrammi e 130 grammi di hascisc divisi in stecche.

Fu l’epilogo dell’inchiesta denominata “Pipistrello” un’indagine durata due anni e che ha portato all’arresto per spaccio di altre sette persone a Vasto, Avezzano e Chieti.
Ieri mattina la vicenda è arrivata davanti al Gup Capuozzo. Le prove raccolte dagli investigatori sono state tante e tali da convincere il giudice vastese della colpevolezza della coppia.
Cozzolino ha negato, si è difeso, ma le giustificazioni fornite davanti alla montagna di indizi acquisiti in due anni di indagini e le intercettazioni ambientali sono risultate poco credibili.
Secondo i carabinieri l’indagato era riuscito ad avviare a Gissi un “illecito commercio” di droga ed i pusher si rifornivano direttamente nella sua casa.
La droga - sempre secondo l’accusa - veniva successivamente smistata a Vasto, San Salvo, Tornareccio ed in altri comuni sia del Chietino, sia del Pescarese.
Italia Belsole, accusata di concorso in spaccio non venne arrestata con il marito.
La donna, però, è anche lei in carcere con l’accusa di incendio di un’autovettura ed evasione.
Ieri il Gup ha rigettata la richiesta di scarcerazione presentata dai difensori, gli avvocati Nicola Boano del foro di Napoli e Giovanni Cerella di Vasto, per entrambi gli indagati. Sia Cozzolino, considerato dalla Procura di Vasto un elemento pericoloso, che la giovane moglie, rimangono in cella. Lui a Vasto, lei a Chieti. Il presule della camorra arrivò in Abruzzo sette anni fa. Ha precedenti per spaccio, omicidio preterintenzionale, rapina, furto e detenzione di armi.
Fino all’agosto del 2008 ha vissuto in una sorta di casa-bunker con le inferriate alle finestre.
Poi la moglie ha ottenuto una casa popolare. Il 14 dicembre 2009, grazie alla collaborazione di alcune madri-coraggio, i carabinieri hanno arrestato anche la figlia del boss, Giovanna, 21 anni. La ragazza è stata fermata ad un posto di blocco al volante della sua Y10 e trovata con un trolley farcito con due chilogrammi e 130 grammi di hascisc divisi in stecche.