dirigente comunale condannato

D’Alessandro: sconcertante il silenzio sul caso Mercogliano

VASTO. «Sulla condanna di Alfonso Mercogliano c’è uno sconcertante silenzio della politica, dell’amministrazione e del sindaco Luciano Lapenna». Dopo la sentenza del tribunale che ha condannato il...

VASTO. «Sulla condanna di Alfonso Mercogliano c’è uno sconcertante silenzio della politica, dell’amministrazione e del sindaco Luciano Lapenna». Dopo la sentenza del tribunale che ha condannato il dirigente comunale a otto mesi di reclusione per abuso, interviene Davide D’Alessandro, consigliere comunale indipendente). L’esponente di opposizione, che annuncia una interrogazione, esprime il proprio disappunto. «Credo sia stato detto poco, comunque non abbastanza, sulla recente condanna inflitta a Mercogliano», attacca D’Alessandro, «soprattutto credo sia sconcertante il silenzio della politica e, in primis, dell’amministrazione, nella persona del sindaco Lapenna. Ma come, il dirigente comunale più pagato, colui che è stato più volte citato e premiato, anche con assegni ad personam, per l’alta professionalità, viene condannato per abuso e il primo cittadino tace? Certo, siamo tutti garantisti e in attesa di successiva assoluzione, che auguro di tutto cuore al dirigente, però, nell’attesa, forse non sarebbe errato un passo indietro o, almeno, di lato, in modo che lo stesso possa continuare a difendersi con il massimo della serenità. Mercogliano non è un giornalista che viene condannato (spesso con onore) per aver pubblicato una notizia ritenuta scomoda od offensiva per qualcuno», prosegue il consigliere comunale, «Mercogliano è un dirigente del Comune di Vasto. Può continuare ad operare come se nulla fosse accaduto, anche se soltanto dopo un giudizio di primo grado? Se il sindaco continuerà a tacere, preannuncio fin da ora una doverosa interrogazione».

Mercogliano, finito sotto inchiesta nella sua qualità di ex dirigente dell’ufficio urbanistico comunale, è stato condannato una settimana fa, dal tribunale. Secondo il collegio giudicante formato da Elio Bongrazio, Fabrizio Pasquale e Michelina Iannetta, avrebbe abusato dei suoi poteri, venendo meno a precisi obblighi di legge che gli imponevano di adottare un provvedimento di demolizione di un manufatto, la cui concessione edilizia, rilasciata nel 2007 dallo stesso dirigente, era stata annullata dal Tar. Ai giudici amministrativi si era rivolto Elio Ciancio, ex direttore del Consorzio industriale, parte civile nel procedimento penale. Per Mercogliano è la prima condanna. Il suo avvocato, Nicola Mastrovincenzo, ha già annunciato ricorso in appello. (a.b.)

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