«Da Febbo nessuna proposta per la città» 

L’amministrazione risponde alle critiche dell’ex assessore su piazza San Giustino e sulla ferrovia

CHIETI. «Il futuro di Chieti si scrive con il sudore e mettendoci la faccia, non con la propaganda e il pettegolezzo. Vada pure in Procura, così scoprirà che noi siamo quelli che in due anni difficilissimi, fra pandemia e conti in rosso, per restituire alla città programmazione e risorse, hanno raccolto oltre 60 milioni di euro di fondi, avviando nuovi cantieri e riattivando quelli dormienti per anni, compreso quello di piazza San Giustino che ormai è finito». Così il sindaco Diego Ferrara replica alle accuse dell’ex assessore regionale teatino Mauro Febbo.
Piazza San Giustino
«Le varianti al progetto di riqualificazione erano già previste come possibilità prima dell’inizio dei lavori, se la consistenza dei reperti archeologici eventualmente venuti alla luce avesse richiesto lavori di approfondimento, com’è stato», chiarisce il sindaco con l’assessore ai Lavori pubblici Stefano Rispoli, «ma prima di spiegare il perché ci è voluto tempo, è bene ricordare a chi accusa che tra la progettazione di fattibilità, definitiva ed esecutiva della piazza (maggio 2018) e l'aggiudicazione dei lavori (agosto 2020) sono passati più di due anni e non eravamo noi al governo, altrimenti avremmo optato per un’adeguata procedura di archeologia preventiva che avrebbe generato un progetto certo, senza implicazioni archeologiche in corso d'opera con varianti e lievitazione dei costi. Il primo progetto di Riqualific@Teate che doveva partire era quello del terminal, solo dopo doveva partire piazza San Giustino, cioè quando si potevano spostare e non cancellare all'improvviso quasi 200 stalli di parcheggio pubblico creando enormi disagi dal 2020 in poi. Questo dice il cronoprogramma ufficiale depositato alla presidenza del consiglio dei ministri. Perché si partì da San Giustino? Forse perché si votava?».
Ferrovia
Sul progetto della ferrovia risponde Ferrara con il supporto del presidente della commissione competente Vincenzo Ginefra insistendo sul «dissenso» manifestato in consiglio e in commissione, durante il dibattimento pubblico, la conferenza dei servizi e attraverso il ricorso contro la concessione della Via al progetto «che non ha mai minimamente compreso la cosiddetta “variante dei cittadini”, la nostra proposta costruita e ufficializzata anche alla Regione perché la avallasse per evitare l’impatto sul territorio? Piuttosto, che cosa ha fatto lui a parte la conferenza di ieri per dirci che siamo stati inerti? Ci dice se è d’accordo o è contrario? Poteva sostenere le varianti da noi proposte, per rendere più vivibile e compatibile il progetto, facendo da ponte con la Regione, ma non è successo». (y.g.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.