Fallo

Da Los Angeles all’Abruzzo, Baldwin ospite speciale a Fallo: «Questa è un’oasi di pace. Vincere per celebrare Madsen»

13 Ottobre 2025

L’attore americano nel piccolo borgo per il giorno del sopralluogo degli organizzatori di Arrostiland: «Ho viaggiato in Italia tante volte, visitando il Paese da Nord a Sud, ma qui ho trovato qualcosa di speciale»

FALLO. «Io sono stato dovunque in Italia, ho visto il vostro Paese dal Nord al Sud. Ma qui in Abruzzo ho visto qualcosa di speciale». Da Los Angeles a Fallo è un viaggio molto lungo, ma per William Baldwin non è mai stato un problema. Coppola in testa e maglietta di Fallo indosso, questa volta l’attore hollywoodiano sembra interpretare il fallese doc. Grazie all’amico e agente Bruno Rosato ha scoperto questa piccola gemma del Medio Sangro e se ne è innamorato. Spiega che è il posto perfetto «per chi, come me, ogni tanto vuole scappare dalla frenesia delle grandi città», perché «qui il tempo scorre in maniera diversa».

Baldwin, dal grande schermo alla piccola Fallo: non è sorprendente?

«Questo posto è meraviglioso. Devo ammettere, però, che senza Bruno Rosato e Michael Madsen, che purtroppo abbiamo perso di recente, probabilmente non l’avrei mai conosciuto».

Madsen è stato il primo a comprare casa qui.

«Michael si era innamorato di questo paese. Li piacevano moltissimo le case in pietra. E non riusciva a credere che costassero così poco».

Eravate molto legati?

«Eravamo grandi amici. Abbiamo lavorato spesso insieme, fatto tanti viaggi. Era una persona fantastica e un attore eccezionale ma, come capita a tanti talenti, era anche tormentato. Ha lottato a lungo contro i suoi demoni. Poi è successo quello che è successo. E mi si è spezzato il cuore».

Siete mai venuti insieme a Fallo?

«Sfortunatamente no. Ma siamo andati in Europa diverse volte: Torino, Dusseldorf, Amsterdam... Ah, una volta siamo andati a Kiev per partecipare a un talk show. Sa chi lo conduceva?».

Chi?

«Zelensky, l’attuale presidente dell’Ucraina. Ci intervistò due anni prima di essere eletto. Ma questo è solo uno dei tanti ricordi che ho di lui. Ci siamo sempre stati l’uno per l’altro».

Ora a legarvi c’è anche l’Abruzzo.

«La giornata di oggi (ieri, ndr) è anche per celebrare Michael. È venuto tante volte qui, anche da solo».

Ce la farà Fallo a vincere Arrostiland?

«Questi ragazzi sono riusciti a competere con paesi molto più grandi di loro e ora rischiano di ottenere un’opportunità che per loro sarebbe importantissima. Vincere sarebbe un altro modo per celebrare Michael».

Anche lei ha partecipato al video di presentazione della candidatura di Fallo.

«Certo. E indosso anche la maglia! So che adesso la chiamate “Fallhollywood”. Bel nome (ride, ndr)».

Cosa le piace di più di questo posto?

«Il panorama, tanto per iniziare. Poi le persone, che sono fantastiche, ma soprattutto l’atmosfera: c’è una tranquillità qui che altrove è impossibile da trovare. Dopo tanto tempo, a Fallo sono riuscito a dormire bene».

Una realtà diversa da Los Angeles, no?

«Completamente. L’Abruzzo mi piace perché è moderno ma al tempo stesso calmo, placido. La vita sembra scorrere a un tempo diverso. Chi vive in città frenetiche come possono essere Los Angeles o Roma, cerca posti come questo per poter staccare e prendere fiato».

È venuto qui in Abruzzo per staccare dalla vita da star hollywoodiana?

«Io e la mia famiglia siamo abituati alle luci dei riflettori, ma io ogni tanto ho bisogno di tornare con i piedi per terra, togliendomi di dosso il peso della celebrità».

Riesce spesso a ritagliarsi momenti del genere?

«Ci provo. Uno dei miei giorni preferiti dell’anno negli Usa equivale al giorno in cui si organizza Arrostiland, che è il giorno dopo Pasqua, no?».

Sì. Che giorno è?

«Quello successivo alla Festa del Ringraziamento. Le città si fermano, nessuno ti stressa. È bello perché riesco a rivedere i miei vecchi amici, quelli che avevo prima di diventare un attore».

Non è sempre stato un attore?

«No. Ho studiato scienze politiche e per un po’ ho lavorato al Congresso, a Washington. Sono diventato attore soltanto dopo, grazie a mio fratello Alec».

Qui in Abruzzo si sente più vicino alla persona che era prima?

«È passato così tanto che non ricordo nemmeno com’era quella vita. Però qui sto bene, riesco a respirare».

Lasciamoci col sorriso: il miglior piatto che ha mangiato qui?

«Difficile scegliere. Ho mangiato carne e pesce fantastici. La pasta, ovviamente. Però, visto che oggi siamo qui per celebrare Arrostiland, non posso che dire gli arrosticini (ride, ndr)».  (da.c.)