Villa santa maria

Da podestà salvò due ebree: ecco il Giusto tra le Nazioni

VILLA SANTA MARIA. Si parlerà anche di Villa Santa Maria all’inaugurazione a Torre de’ Passeri del “Parco dei Giusti”. La manifestazione, alla quale la stessa amministrazione civica villese...

VILLA SANTA MARIA. Si parlerà anche di Villa Santa Maria all’inaugurazione a Torre de’ Passeri del “Parco dei Giusti”. La manifestazione, alla quale la stessa amministrazione civica villese partecipa, c’è oggi in concomitanza con la seconda giornata europea dei “Giusti tra le Nazioni”, i non ebrei cioè che hanno eroicamente, anche a rischio della loro vita, salvato anche un solo ebreo dal genocidio nazista. Sarà l’occasione per ricordare Roberto Castracane, podestà di Villa che il 16 aprile 1978, Yad Vashem, il Memoriale dell’Olocausto di Gerusalemme, ha riconosciuto come Giusto tra le Nazioni.

La storia di Castracane fa parte di quell’eroismo silente nel codice genetico della gente semplice che di fronte alle ingiustizie riesce a venir fuori. Da podestà Castracane soccorse durante la guerra la signora Steinberg e la figlia Steffi (poi Winters) originari della Germania e profughi a Torino, che si trovavano nel campo d’internamento libero di Villa Santa Maria. Gli anziani del paese ricordano Roberto, pastaio, sposato con Menina e con tre figli: Saverio, Maria e Miranda, sempre gentile e comprensivo con gli ebrei. Dopo l’8 settembre 1943 l’esercito tedesco arrivò anche a Villa terrorizzando e razziando. Il podestà fu interrogato sull’eventuale presenza di ebrei: la risposta fu che non ce n’erano poiché erano tutti fuggiti il giorno dell’annuncio dell’armistizio.

Intanto la signora Steinberg e la figlia si nascosero per un mese in casa dei vicini, i coniugi Piccone. Durante la notte una pattuglia di soldati iniziò a perlustrare la zona di Villa instaurando terrore e rendendo ancor più pericolosa la permanenza delle due internate. Fu allora che Castracane suggerì alle due donne di andarsene e di cercare di raggiungere le linee alleate. Nel racconto della Steinberg si narra come fuggirono, dopo l’aiuto del podestà, con i soli abiti che avevano indosso, su un mulo, camminarono per sette ore e finalmente raggiunsero Atessa, accolte dai militari alleati. Da lì furono trasferite con un camion e poi in treno in un campo profughi a Bari, riuscendo a salvarsi.

Nonostante il ruolo, il podestà Castracane scelse la strada della giustizia non lasciandosi intimorire da eventuali ripercussioni per sé e la sua famiglia. Oggi alla cerimonia partecipano anche Antonio Castracane, novantenne, il cui padre, Vincenzo (anch’egli ebbe lettera di ringraziamento della comunità ebraica) era cugino di Roberto, e alcuni nipoti del "Giusto" tra i quali Enzo Carotenuto che vive a Roma. «Mio nonno» racconta Enzo «non ci ha mai parlato di quel periodo e abbiamo saputo di quei fatti solo dopo la sua morte nel 1966. Per noi è un esempio di lealtà e bontà».

Matteo Del Nobile

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