Denso, sette venerdì di cassa integrazione

La crisi dell'auto rallenta la produzione di alternatori: stop anche in due lunedì di ottobre. Il segretario Cisl Biscotti (foto): è il risultato della crisi e del sensibile calo di vendite di macchine

SAN SALVO. Frenata degli impianti e lavoratori in cassa integrazione per alcuni giorni anche alla Denso di Piana Sant'Angelo. L'industria giapponese che produce motori e alternatori, da ieri e per sette venerdì consecutivi ha fermato e fermerà le macchine. Stop anche per due lunedì di ottobre. «E' un fatto fisiologico, il risultato della crisi congiunturale e del sensibile calo di vendite di autovetture», afferma Primiano Biscotti, segretario provinciale della Cisl.

Una rassicurazione che non tranquillizza affatto le famiglie. Davide D'Alessandro, capogruppo consiliare di Alleanza per Vasto, scuote la classe politica, invoca un forum sull'occupazione e in una nota invita le istituzioni, a tutti i livelli, a difendere l'economia del Vastese.
La notizia era nell'aria da almeno un mese. La crisi del settore automotive e della Fiat in particolare ha provocato un effetto domino sulle industrie del settore. Dopo la Pilkington, anche la Denso è costretta a ricorrere agli ammortizzatori sociali. In programma ci sono infatti sette giornate di cassa integrazione guadagni al mese fino a fine anno. Anziché fermare gli impianti per sette giorni consecutivi, i dirigenti del colosso nipponico hanno scelto una nuova formula: la settimana corta.

«I lavoratori da ieri andranno in cassa integrazione ogni venerdì, più lunedì 24 e 31 ottobre», conferma Biscotti. «Il provvedimento riguarda i mesi di ottobre e novembre. Per dicembre, visto l'andamento altalenante del mercato, è meglio non fare anticipazioni», afferma il sindacalista.
La riduzione degli ordinativi è consistente. Inevitabili le ricadute sui volumi produttivi dell'industria giapponese. La cassa integrazione guadagni riguarderà tutte le lavorazioni e lascerà a casa circa mille lavoratori.
La notizia arrivata a pochi giorni dall'allarme lanciato da Cgil, Cisl e Uil sulla brusca frenata della Pilkintgon, l'altro colosso che a San Salvo produce vetri per auto, preoccupa le piccole e medie aziende dell'indotto. E non solo.

«Forse negli ultimi tempi l'attenzione è stata rivolta eccessivamente al turismo. Il dramma crescente della cassa integrazione e i tanti posti a rischio nelle industrie impone l'apertura urgente di un forum sull'occupazione», afferma D'Alessandro. «E' in gioco la tenuta del sistema economico. In un momento in cui San Salvo non ha sindaco, visto che il Comune è commisariato, Vasto deve assumere il ruolo guida, non limitandosi a registrare il disagio e la precarietà delle famiglie, ma operando con fatti concreti».
D'Alessandro rivolge poi un appello al presidente della commissione attività produttive della Regione, Nicola Argirò, di San Salvo. «Vorrei vederla più assiduamente impegnato», scrive D'Alessandro, «così come vorrei vedere un sindacato più combattivo. Non è più un problema di contrapposizione di bandiere. Il Vastese sta affondando. Soltanto operando di concerto è possibile uscire dal guado. Ma bisogna fare presto», ammonisce il capogruppo di Alleanza per Vasto. (p.c.)

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