«Disabili, la politica faccia il suo dovere»

Il vescovo Forte sollecita le istituzioni, il prefetto Greco: subito un'area per la struttura

CHIETI. Per il Dopo di Noi tornano in campo l'arcivescovo Bruno Forte e il prefetto Vincenzo Greco. Da tempo impegnati in prima persona per la realizzazione della casa famiglia per disabili a Chieti, dopo lo sfogo di Tarcisio Falcone, padre di 72 anni di un uomo in carrozzella di 40, tornano a lavorare con rinnovata determinazione sul progetto.

Ieri monsignor Forte ha ricevuto in udienza privata Tarcisio Falcone, dopo la sua accorata lettera consegnata al prelato e al prefetto. «In questa storia ho trovato tanta sofferenza condivisa», dice Forte, «e anche tanto dolore, perché non è una situazione unica. Sono a conoscenza di tanti casi analoghi. Da tempo ci si batte per il Dopo di Noi, per l'accoglienza di queste persone tanto amate e bisognose di cura e assistenza continue in un clima di serenità e affetto a misura di famiglia».

Il padre gli ha chiesto al vescovo di portare la lettere al Papa. «Io credo che sia una questione territoriale in cui, nell'ottica di un sano principio di sussidiarietà, le istituzioni locali debbano farsene carico e agire. Ho parlato con il prefetto, che è con me. Ne parlammo a suo tempo con le amministrazioni di Provincia e Comune, ma ci fu un nulla di fatto. Poi lo scenario politico è cambiato e ci siamo ritrovati punto e a capo. Oggi ci sono nuovi amministratori, che si sono dimostrati, anche dalle dichiarazioni degli ultimi giorni, molto disponibili. Riprendiamo con loro il discorso». Un primo passo concreto è individuare un terreno o una struttura, che il Comune ha detto di voler mettere a disposizione per questa opera, «che investe» sostiene Forte «il diritto di molti cittadini, disabili e loro familiari, per provvedere ai loro bisogni, garantendone la dignità ai massimi livelli».

Anche il prefetto Vincenzo Greco è già al lavoro per la realizzazione del Dopo di noi: «Inoltrerò la lettera, come richiesto, alla presidenza del Consiglio. Ho provato sconcerto e amarezza di fronte a quest'uomo, alla sua storia, che è di tanti. Possibile che ancora non si riesca ad assicurare a così tante famiglie la serenità di un domani sicuro per i loro figli così deboli? Poi, nei giorni seguenti, mi ha fatto piacere apprendere dell'impegno del sindaco Di Primio e mi affiancherò a lui, se vorrà, per risolvere questa annosa carenza». Sono anni che vescovi, prefetti e istituzioni si impegnano per la residenza dei disabili, ma senza risultati. «Mancano le risorse economiche» aggiunge Greco «il primo passo da fare è individuare il locale e fare una delibera di destinazione d'uso, che vincoli qualcosa di materiale alla realizzazione del progetto».

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