Discoteca e teatro sul fiume

Interventi più leggeri dopo il no del piano alluvioni.

CHIETI. Messi da parte l’originario progetto della zona artigianale e l’idea di una fantomatica pista da sci artificiale a pochi passi dal fiume Pescara, lunedì tornerà all’esame del consiglio comunale la proroga per la presentazione di una terza rimodulazione del Prusst «città lineare della costa». Si parla di una serie di interventi proposti da privati (capofila Carmen Pinti).

Da realizzarsi tra i territori comunali di Chieti e Cepagatti. La riarticolazione del progetto, rispetto al piano iniziale del 2005, prevede questa volta la riclassificazione dell’area e degli insediamenti con la modifica delle funzioni che diventano prevalentemente commerciali al dettaglio, con due superfici di vendita per 2500 metri quadri e 12.500 mq. Ma anche di servizi, con la previsione di attività sportive e ricreative (4000 metri quadri), esposizione e ristorazione (superficie totale 17.700 mq), discoteca e teatro (4000 mq), attività espositiva per 2800 metri quadri.

In pratica, una sorta di «mini Megalò» dopo la revisione delle caratteristiche dei fabbricati che ha in gran parte abbattutto i volumi originari e individuato un’area destinata ad attività di distribuzione dei carburanti. La rimodulazione, terza della serie, si rende necessaria perché i precedenti elaborati sono stati bocciati dal piano di difesa dalle alluvioni. Ora l’obiettivo è di completare il programma con un sistema integrato di attività che riassuma la filosofia degli interventi del Prusst orientando meglio le occasioni di sviluppo sostenibile, la promozione turistica e la riqualificazione di zone urbane e periferiche interessate da fenomeni di degrado.

Gli insediamenti, se davvero arriveranno in porto una volta ottenuta la proroga del Prusst in consiglio comunale, non c’entrano nulla con Megalò, il cui progetto di raddoppio (inizialmente si parlava dell’arrivo di Ikea) è stato già bocciato dalla valutazione di impatto ambientale. Un argomento che in passato ha sollevato vivaci contestazioni da parte delle associazioni ambientaliste, da sempre contrarie a operazioni di ampia scala su una zona molto vulnerabile quale è quella fluviale. Si tratta in questo caso di «strutture leggere» proposte da gruppi di proprietari di terreni a ridosso del fiume che dovrebbero coniugarsi con l’idea di estendere le superfici assegnate a parco fluviale rigovernando così una vasta area fino ai confini con Pescara.

Intanto, sembra che le operazioni di collaudo per la quota di parco (circa dieci ettari) assegnata a Megalò sia finalmente arrivata in porto. A giorni, dovrebbe esserci il passaggio di consegne all’amministrazione comunale nonostante le ripetute denunce di degrado che caratterizzano quella parte del fiume.