Dopo Sant’Onofrio rischia la Casa famiglia

Numero eccessivo di ospiti: il sindaco Lapenna chiede il trasferimento di otto assistiti in una Rsa

VASTO. Un numero superiore di ospiti rispetto a quello autorizzato e la presenza, all’interno della struttura, di anziani che per le loro problematiche avrebbero bisogno di essere ricoverati in una Rsa (residenza sanitaria). Sono le irregolarità accertate dai Nas di Pescara durante una ispezione eseguita in una Casa famiglia di Vasto. Una ordinanza firmata dal sindaco Luciano Lapenna impone al titolare di trasferire otto dei nove pazienti ospitati entro venti giorni dalla notifica del provvedimento.

Dopo la Casa di riposo Sant’Onofrio - che rischia la chiusura per carenze strutturali - emergono altre situazioni, come quella della Casa famiglia finita nel mirino del nucleo antisofisticazioni dei carabinieri che, unitamente al personale della Asl, hanno accertato «attività diversa da quella autorizzata».

Nello specifico i medici hanno evidenziato che «nessuno degli anziani presenti al momento dell’accertamento è stato ritenuto appropriato al setting assistenziale offerto dalla struttura», necessitando di accoglienza in Rsa o Ra dotate di personale ed attrezzature più idonee a soddisfare le loro esigenze. Accertata anche la presenza di tre ospiti in più rispetto ai sei autorizzati.

Nel frattempo infuria la polemica sul Sant’Onofrio, dove sono ricoverati 53 anziani, le cui famiglie hanno ricevuto in questi giorni le lettere con l’invito a provvedere al trasferimento dei loro congiunti in altra struttura, in quanto l’edificio deve essere messo a norma.

«Stiamo assistendo al tradizionale scaricabarile delle responsabilità politiche fra chi accusa la precedente giunta Chiodi e chi se la prende con l’amministrazione comunale del sindaco Lapenna», commenta Pietro Smargiassi, consigliere regionale pentastellato, «ci interessa poco scendere nei dettagli tecnici per i quali Sant’Onofrio non è più considerabile a norma di legge: è possibile adeguare la struttura e mantenerla funzionante se c’è la volontà politica di farlo. Ci interessa invece molto che oltre 50 anziani restino senza assistenza e che 17 operatori rischino il posto di lavoro. Ci interessa molto che in Abruzzo continui la desertificazione dei servizi pubblici, sterminati dalle scelte politiche dei partiti di centrodestra e centrosinistra. Da Gianni Chiodi siamo passati a Luciano D’Alfonso, ma l'indirizzo politico è identico: tagli selvaggi e irrazionali su ogni tipo di servizio. A chi non possiede risorse personali per rivolgersi a servizi privati non resta che arrangiarsi o fuggire. In campagna elettorale D’Alfonso ha promesso di proteggere le fasce più deboli. Adesso ha l’occasione di dimostrarlo coi fatti. Noi ci opporremo alla chiusura di un servizio pubblico essenziale come la casa di riposo Sant’Onofrio».

Anna Bontempo

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