Emergenza idrica sorgenti e invasi senza manutenzione

Il comitato pro-acqua sale a mille metri di quota e verifica perdite e filtri inadeguati vecchi di 24 anni

GUARDIAGRELE. Un'escursione in quota per capire perché l'acquedotto dell'Avello è la cenerentola del servizio idrico nel comprensorio della Maiella. L'ha effettuata sabato scorso un gruppo del neocostituito Comitato civico pro acqua. Obiettivo dell'esplorazione lungo il corso delle installazioni, che approvvigionano di acqua il piccolo distretto di sei Comuni (i più popolosi sono Guardiagrele e Orsogna), è stata la verifica dello stato di manutenzione di invasi, sorgenti, bottini e condotte. Il gruppo salito fino ai circa mille metri dello sbarramento del Linaro era composto da due dei promotori del Comitato, Gino Primavera e Nello Iacovella, dal maresciallo in congedo della forestale Fernando Del Vecchio e dal geometra Antonio Taraborrelli. La verifica doveva stabilire se la situazione degli impianti offre elementi a sufficienza per procedere con l'esposto alla Procura della repubblica concordato come rima azione del Comitato.

«Secondo noi», spiega Iacovella in qualità di portavoce, «l'iniziativa presso la magistratura ha le carte in regola per andare avanti, visto che la manutenzione è carente a tal punto che gran parte dell'acqua proveniente dalle sorgenti superficiali finisce nel corso dell'Avello senza un utilizzo a scopi potabili».

Sono diversi i profili di inefficienza riscontrati, per esempio allo sbarramento. «Il materassino filtrante, vecchio ormai di 24 anni», osserva l'ex consigliere comunale, «non lascia passare che una frazione di acqua, mentre il resto finisce nel livello di pieno e dunque va persa. Il filtro ai carboni attivi», prosegue, «va sostituito in quanto un tentativo di pulizia effettuato evidentemente nei mesi scorsi non ha avuto gli effetti sperati».

I filtri costerebbero alla Sasi spa, il gestore idrico per il Chietino, una cifra che si aggira intorno ai 40mila euro. Il gruppo ha rilevato anche alcuni bottini di riunione con porte di accesso divelte, problema che incide sulla sicurezza delle installazioni.

Accanto all'esposto, il Comitato procede anche sul fronte di protezione degli utenti con una raccolta di consensi scritti da inoltrare alla Sasi, cui verrà chiesto di defalcare circa il 30 per cento dalle bollette future per adeguamento della tariffa all'efficienza del servizio, ripreso regolarmente nei giorni dopo oltre 4 mesi di distacchi prolungati fino a 14 ore giornaliere.

«Alla Sasi faremo notare», anticipa Iacovella, «che l'uso frequente dell'autoclave, per chi ne dispone, ha provocato consumi anormali di energia elettrica per l'alimentazione di elettrodomestici. Un danno che il gestore dovrà compensare».

Francesco Blasi

©RIPRODUZIONE RISERVATA