Fallimento Paglione a Chieti, messi in ferie forzate 50 dipendenti

Attesa per la decisione del giudice fallimentare sul futuro del re delle concessionarie

CHIETI. Alla vigilia della decisione del giudice fallimentare sul futuro del re delle concessionarie Gianni Paglione, a 50 suoi dipendenti arriva, tramite un messaggio telefonico, la comunicazione che i cancelli degli autosaloni e officine di Paglione rimarranno chiusi e che, dunque, potranno considerarsi in ferie. A riferirlo è il sindacalista dalla Filcams Cgil, Sergio Aliprandi, che si chiede «Se il padron Paglione si sia posto anche il problema di queste famiglie che hanno fino ad oggi responsabilmente lavorato senza percepire un euro».

Aliprandi ricorda, infatti, che i lavoratori sono in arretrato di sei stipendi, per quanto riguarda il 2015, e di altri tre, per quanto riguarda l’anno in corso. Si tratta di venditori qualificati, meccanici specializzati, receptionist, lamieristi, verniciatori, carrozzieri, magazzinieri e personale impiegatizio. «Hanno un’anzianità di servizio ultra ventennale», riferisce il sindacalista, «e ora rischiano di ritrovarsi sul lastrico. È il dramma sociale di vedersi proiettati in un futuro senza sbocchi di mantenimento occupazionale e reddituale in un territorio sempre più martoriato da crisi socio-economiche».

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A Paglione fanno capo quattro società: Auto In, definita la più importante in Italia per il marchio Porsche perché, da sola garantisce il 10% delle vendite nel nostro paese del marchio tedesco, l’Audi Zendrum Abruzzo srl di Montesilvano, che vende Audi e Volkswagen, l’Autoimport Abruzzo srl di San Giovanni Teatino, il cui grande salone espositivo si nota chiaramente percorrendo l’asse attrezzato Chieti – Pescara e che è una concessionaria plurimarche e la società Marche Motori di Ancona, che vende Porsche e Audi. Solo nel caso della Auto In il tribunale ha accolto una richiesta d’affitto. E per questa società con sede legale a San Giovanni Teatino e autosaloni in Toscana “mister Porche” ha chiesto l’”auto-fallimento” o il cosiddetto “fallimento improprio”. La decisione è alle porte. (a.i.)