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False fatturazioni le indagini si spostano all'estero
La guardia di finanza a caccia di documenti sul denaro trasferito
VASTO. Le indagini della Finanza sulle false fatturazioni e false società varcano i confini nazionali. Dopo le denunce seguite agli accertamenti fatti nel Vastese, l'attività delle fiamme si concentra su presunte evasioni internazionali.
Nel mirino del nucleo di polizia tributaria finiscono società con filiali all'estero. Sui controlli e le verifica che riguardano persone fisiche e trust i finanzieri, coordinati dal capitano Luigi Mennitti, per il momento preferiscono non sbilanciarsi. L'indagine è alle prime battute. Contestualmente all'aumento di fallimenti crescono, infatti, reati collegati a un tessuto produttivo che appare sempre più inquinato e penalizza chi invece si sforza di rispettare le regole. Non a caso anche la Procura ha raddoppiato i controlli.
Non sarebbe del resto la prima volta che la guardia di finanza in Abruzzo scopre l'utilizzo distorto di trust utilizzati per nascondere capitali all'estero, elusione fiscale e scenari di pianificazione quanto meno dubbi. Qualche mese fa le fiamme gialle di Pescara hanno individuato presunte false società con sede a Madeira (Portogallo) che avrebbero fatturato operazioni inesistenti a beneficio di imprese italiane.
Gli investigatori del Vastese stanno spulciando decine di documenti si trasferimenti di denaro, titoli o certificati da e verso l'estero, e investimenti relizzati nei cosiddetti paradisi fiscali. I controlli vogliono accertare che gli investimenti non siano stati costituiti mediante redditi sottratti a tassazione.
Il meccanismo è semplice. Per evadere il fisco si procede alla cosiddetta "estero vestizione", ossia la fittizia localizzazione della residenza fiscale fuori dall'Italia, dove l'imprenditore effettivamente risiede per sottrarsi agli obblighi fiscali e beficiare di regimi più favorevoli. A volte vengono emesse fatture per operazioni inesistenti creando fondi all'estero. L'indagine si annuncia lunga.
Nel mirino del nucleo di polizia tributaria finiscono società con filiali all'estero. Sui controlli e le verifica che riguardano persone fisiche e trust i finanzieri, coordinati dal capitano Luigi Mennitti, per il momento preferiscono non sbilanciarsi. L'indagine è alle prime battute. Contestualmente all'aumento di fallimenti crescono, infatti, reati collegati a un tessuto produttivo che appare sempre più inquinato e penalizza chi invece si sforza di rispettare le regole. Non a caso anche la Procura ha raddoppiato i controlli.
Non sarebbe del resto la prima volta che la guardia di finanza in Abruzzo scopre l'utilizzo distorto di trust utilizzati per nascondere capitali all'estero, elusione fiscale e scenari di pianificazione quanto meno dubbi. Qualche mese fa le fiamme gialle di Pescara hanno individuato presunte false società con sede a Madeira (Portogallo) che avrebbero fatturato operazioni inesistenti a beneficio di imprese italiane.
Gli investigatori del Vastese stanno spulciando decine di documenti si trasferimenti di denaro, titoli o certificati da e verso l'estero, e investimenti relizzati nei cosiddetti paradisi fiscali. I controlli vogliono accertare che gli investimenti non siano stati costituiti mediante redditi sottratti a tassazione.
Il meccanismo è semplice. Per evadere il fisco si procede alla cosiddetta "estero vestizione", ossia la fittizia localizzazione della residenza fiscale fuori dall'Italia, dove l'imprenditore effettivamente risiede per sottrarsi agli obblighi fiscali e beficiare di regimi più favorevoli. A volte vengono emesse fatture per operazioni inesistenti creando fondi all'estero. L'indagine si annuncia lunga.
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