Famiglia del bosco, gli assistenti sociali attaccano i politici: «Mancano di rispetto»

Gli assistenti sociali della Asl Lanciano Vasto Chieti hanno diffuso una nota ufficiale: «Con il loro atteggiamento rischiano di influenzare negativamente l’opinione pubblica»
CHIETI. La gestione dei casi che riguardano i minori è un’attività che per sua natura avviene lontano dalle attenzioni dell’opinione pubblica. È una prassi necessaria per tutelare la privacy delle persone coinvolte, ma anche per permettere ai tecnici di lavorare con la serenità richiesta da situazioni spesso molto delicate. Nel caso della famiglia Trevallion, però, questa consuetudine è stata interrotta. Gli assistenti sociali della Asl Lanciano Vasto Chieti hanno diffuso una nota ufficiale per prendere posizione su una vicenda che da settimane è al centro del dibattito nazionale, esponendo la categoria a pressioni che vengono definite inedite.
Il comunicato ha un obiettivo preciso: difendere l’operato del Servizio sociale professionale, l’ufficio che ha materialmente in carico la gestione del caso, e che secondo i firmatari sta agendo con una «indiscussa competenza professionale». Il lavoro di questi giorni viene descritto come un «agire esemplare fatto di lavoro silenzioso e costante», un’espressione scelta per marcare una differenza rispetto al rumore mediatico che circonda la vicenda. Nelle parole degli operatori, la priorità del servizio resta esclusivamente la «tutela dei diritti dei più deboli», un compito che richiede il «superamento degli ostacoli» per garantire, alla fine del processo, «il rispetto e la dignità di ogni essere umano».
La nota contiene anche un messaggio di sostegno istituzionale. Gli assistenti sociali si schierano apertamente al fianco della magistratura, esprimendo «vicinanza al presidente del tribunale per i minorenni dell’Aquila» e a tutti i colleghi impegnati in prima linea. È un passaggio che serve a ribadire la correttezza delle procedure seguite finora, in contrapposizione a quelle che vengono definite «forme di strumentalizzazione e di propaganda» sulla funzione di tutela dei minori.
La parte più critica del documento riguarda il rapporto con la politica. Gli assistenti sociali sostengono che «la mancanza di rispetto da parte della politica» rischi di generare conseguenze concrete, influenzando «negativamente l’opinione pubblica» sul ruolo degli operatori socio-sanitari. Il comunicato ricorda che questo lavoro, svolto «in favore delle fasce deboli della popolazione», implica per forza di cose l’assunzione di «decisioni difficili e provvedimenti sofferti». Non si tratta di accanimento, spiegano, ma di scelte complesse che fanno parte del mandato professionale. L’ultimo punto toccato dalla nota è quello della sicurezza. I firmatari avvertono che l'attuale «clima di sfiducia» non è privo di effetti: «Impatta negativamente sul lavoro degli operatori», scrivono, ed espone i professionisti a «rischi personali elevati». È un avvertimento rivolto direttamente a chi ha responsabilità pubbliche, perché si tratta di pericoli di cui, secondo gli assistenti sociali, «la stessa politica spesso non ha piena coscienza».

