Palmoli

Famiglia nel bosco, la Garante dell’infanzia denuncia: «Violata la Carta di Treviso, minori non tutelati»

29 Dicembre 2025

Alessandra De Febis (nella foto) interviene in merito alla vicenda di Palmoli: «Il diritto alla riservatezza deve prevalere sul diritto di cronaca»

PESCARA. "La Carta di Treviso è chiara: in presenza di minori, il diritto alla riservatezza deve prevalere sul diritto di cronaca e di critica. Eppure, in questi giorni, si è assistito a una presenza massiccia e invasiva di giornalisti, dotati di strumenti altamente professionali, capaci di realizzare immagini persino all'interno di una casa protetta che ospita anche altri minori". Lo afferma l'avvocata Alessandra De Febis, Garante dell'infanzia e dell'Adolescenza della Regione Abruzzo, a proposito della vicenda della famiglia del bosco.

"Fotografie e riprese diffuse sui media - sottolinea - hanno avuto conseguenze dirette sulla vita quotidiana di bambini estranei alla vicenda, costretti a rinunciare al gioco all'aperto per evitare di essere fotografati. È fondamentale ricordare che i tempi della giustizia e i tempi mediatici sono profondamente diversi. La pressione costante dell'informazione rischia di alterare la percezione dei fatti e di produrre uno sbilanciamento mediatico evidente rispetto ad altri casi, altrettanto delicati, che riguardano minori, ma che non ricevono la stessa attenzione".

"Se l'obiettivo è davvero quello di aiutare questa famiglia e di tutelare i bambini e gli adolescenti coinvolti - aggiunge De Febis - è necessario un cambio di approccio: più rispetto, più silenzio, più responsabilità. E, qualora si ritenga necessario intervenire nel dibattito pubblico, la parola dovrebbe essere affidata a chi conosce realmente i fatti, evitando giudizi personali, semplificazioni e narrazioni strumentali".

"Da troppo tempo - spiega l'avvocata De Febis - si assiste a una narrazione continua, spesso non supportata da una reale conoscenza dei fatti, caratterizzata da prese di posizione estreme e da informazioni non verificate. Si continua a parlare dei bambini, delle loro condizioni di vita, del loro passato, di presunti aspetti sanitari e scolastici, arrivando a costruire interi articoli e servizi televisivi su notizie rivelatesi inesatte, come nel caso dell'iscrizione scolastica".

"È lecito domandarsi - sottolinea ancora - quanto tutto questo risponda realmente all'interesse superiore dei minori. Bambini e adolescenti che, da settimane, vengono esposti su tutte le principali testate giornalistiche e nei notiziari nazionali, trasformati in oggetto di una narrazione che sembra puntare più sull'impatto emotivo e sull'attenzione dell'opinione pubblica che sulla loro tutela, serenità e riservatezza".

"Oggi, l'accumularsi di notizie, commenti e valutazioni non aggiunge nulla di utile a questa vicenda; al contrario, rischia di compromettere ulteriormente la serenità dei minori coinvolti", afferma la garante, con l'obiettivo di richiamare "alla responsabilità collettiva: dei media, delle istituzioni, dei commentatori e dell'opinione pubblica. Quando si parla di minori e adolescenza, la tutela dei diritti, della dignità e della riservatezza - sottolinea - deve rimanere il punto fermo e imprescindibile. Il rispetto, in questi casi, è la prima e più concreta forma di protezione".