Famiglia nel bosco, Roccella: «Faremo tutto ciò che è possibile per cambiare il sistema»

La ministra: «Quando ci sono di mezzo dei minori non devono esistere né ideologie né corporazioni». Siracusano (FI): «Decisione assurda»
PALMOLI. «È una vergogna». Così ha tuonato il leader della Lega Matteo Salvini a poche ore dalla decisione della Corte d’appello di rigettare il reclamo dei legali della famiglia del bosco contro l’ordinanza del tribunale per i minorenni dell’Aquila. Le reazioni dei politici, infatti, non si sono fatte attendere. Molti esponenti hanno condannato il provvedimento considerato «troppo severo» e accusato la magistratura di non riunire la famiglia neanche per la notte di Natale. «I bambini non sono proprietà dello Stato», ha detto Salvini, «i bambini devono poter vivere e crescere con l’amore di mamma e papà». Linea di pensiero che trova pieno appoggio nelle parole del ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Roccella.
Roccella, infatti, sottolinea: «Neanche per Natale i bambini potranno tornare a casa con mamma e papà. Gli allontanamenti dei minori devono essere un’extrema ratio, dettata da rischi gravissimi e immediati, non decisioni che, con tutto il rispetto, legittimano il sospetto che ci si trovi al tempo stesso di fronte a una deriva ideologica e a un arroccamento corporativo». «Quando ci sono di mezzo i bambini», conclude il ministro, «non devono esistere né ideologie né corporazioni. Faremo tutto ciò che è possibile e che è necessario per cambiare questo sistema, nel supremo interesse dei minori».
Pronta la replica di Elisabetta Piccolotti, deputata di Avs, che accusa i due esponenti del governo di continuare «a fare gli sciacalli con l’unico scopo di preparare il terreno per il referendum sulla giustizia». La deputata invoca di nuovo l’intervento del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara «per inviare gli ispettori nella scuola paritaria che ha certificato l’assolvimento dell’obbligo scolastico per la bambina di otto anni, che, secondo quanto riferito dall’assistente sociale, in realtà non sa leggere».
Sul caso è intervenuto anche Rossano Sasso, deputato della Lega, secondo cui la magistratura utilizza «due pesi e due misure. Con la famiglia nel bosco pugno duro, e con le famiglie dei campi nomadi?». Per il deputato «non viene utilizzato lo stesso trattamento con i bambini nei campi rom che vivono in stato di degrado e spesso sono sfruttati per attività criminose o nel migliore dei casi, per fare l’elemosina agli angoli delle strade».
Dello stesso pensiero è Matilde Siracusano, deputata di Forza Italia, che definisce «davvero assurda la decisione de giudici». Siracusano parla di «persverazione diabolica da parte della magistratura» e consiglia la riflessione «sulle conseguenze di scelte così drastiche». «Tanti bambini», conclude, «hanno paure e fragilità, alcune quotidiane e innocue, come la paura della doccia. È nostro dovere proteggerli e tutelarli in ogni circostanza, senza derive che sembrano più ideologiche e non invece dettate dal buonsenso».
La presidente della commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza Michela Vittoria Brambilla parla di «chiara ingiustizia» e di «mancato bilanciamento». Secondo la presidente, nella valutazione «non c’è stata un’adeguata considerazione, a fronte di problemi che potevano e possono ancora essere risolti senza allontanare dei bambini così piccoli dalla loro casa e dai loro genitori. Tra l’altro, appare discutibile nell’ordinanza del Tribunale dei minorenni, anche alla luce della normativa più recente sull’attuazione dei provvedimenti, la delega in bianco concessa agli operatori. Il giudice avrebbe dovuto vigilare».
Sulla vicenda sono intervenute anche alcune associazioni che non hanno risparmiato critiche all’impianto normativo degli allontanamenti dei minori e alle presunte irregolarità nel sistema degli assistenti sociali: per l’Osservatorio sui diritti dei minori occorre «una riforma legislativa dell’istituto», visto che «l’attuale assetto normativo presenta criticità evidenti». L’associazione nazionale per la tutela dei diritti del minore e della famiglia “Papi Gump” giudica «superficiali e pretestuose» le motivazioni contenute nelle relazioni degli assistenti sociali ed evidenzia criticità diffuse nel sistema dei servizi sociali, paventando il rischio che, in alcuni casi, la gestione dei minori possa essere influenzata da interessi economici.
Pro Vita & Famiglia onlus, che ha raccolto 50 mila firme in una petizione ad hoc, chiede al ministro della Giustizia Carlo Nordio, «di velocizzare immediatamente l’iter di verifica della procedura giudiziaria in corso, tutelare il primato educativo dei coniugi Trevallion e riunire una famiglia ingiustamente devastata».
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