Fanno prostituire una 16enne: 3 indagati

21 Settembre 2024

La vittima affetta da ritardo cognitivo: spinta anche a realizzare video erotici in cambio di pochi euro, cibo o sigarette

CHIETI. Hanno spinto una ragazzina di 16 anni a prostituirsi e a realizzare esibizioni pornografiche via webcam in cambio di pochi euro, cibo o sigarette. Sono tre gli indagati nell’inchiesta condotta dai poliziotti della squadra mobile di Chieti su una terribile storia di degrado che ha visto come vittima una minorenne affetta da ritardo cognitivo. La procura della Repubblica dell’Aquila, competente per reati di questo tipo, ha emesso l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, atto che prelude alla richiesta di processo. Sotto accusa ci sono un trentenne di Ripa Teatina, un ventunenne di Alanno e una ventenne teatina: devono rispondere, a vario titolo, di prostituzione e pornografia minorile per una serie di episodi avvenuti tra novembre 2022 e gennaio 2023. Tanto per rendere l’idea di cosa rischiano gli indagati, per ognuno dei reati contestati – codice penale alla mano – è prevista una pena da sei a dodici anni di carcere. Non indichiamo i loro nomi perché, facendo parte della ristretta cerchia relazionale della ragazzina, c’è il pericolo di renderla identificabile.
Il trentenne ha compiuto atti sessuali con la minorenne dietro il pagamento di piccole somme di denaro. Non solo: l’ha indotta a prostituirsi con altre persone per cifre comprese tra 10 e 15 euro. Dalle indagini della polizia – sotto il coordinamento del pubblico ministero Roberta D’Avolio – è emerso anche che il giovane, contattandola attraverso Whatsapp, l’ha convinta a effettuare videochiamate, fotografie e filmati che la ritraevano durante il compimento di atti sessuali espliciti, invitandola anche a registrarsi su un sito internet di live webcam erotiche per intrattenere esibizioni private a sfondo hard, sempre dietro compenso monetario. Quest’ultima accusa è contestata pure all’indagato residente in provincia di Pescara, che ha chiesto alla vittima l’invio di quei video. La ventenne di Chieti, anche lei finita nei guai per aver spinto la sedicenne a vendersi, è arrivata addirittura a chiederle una percentuale sugli eventuali guadagni. Determinante per ricostruire la vicenda, venuta a galla dopo la denuncia presentata in questura dalla madre della minorenne, è stato anche il contenuto di sei smartphone e di un paio di computer, sequestrati dagli investigatori nel corso di alcune perquisizioni e analizzati dall’ingegnere informatico Davide Ortolano.
Gli indagati – difesi dagli avvocati Massimo Dragani, Francesco Odoardi e Pietro Alessandrini – hanno venti giorni di tempo per presentare memorie, produrre documenti o chiedere di essere interrogati. Poi la procura deciderà se sollecitare il rinvio a giudizio o l’archiviazione.
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