Fenditure e crepe: Vasto scivola

Paura in contrada Trave. Chiesto un sopralluogo sulla statale Adriatica

VASTO. Cinque milioni di euro non sono bastati per mettere in sicurezza i quartieri che poggiano sul costone orientale. La città, che ricorda con terrore la frana del 1956, continua a dare segni di cedimento. L'ultimo sintomo è comparso in contrada Trave. Sulla collinetta a metà strada fra la città alta e la riviera sono comparse alcune fenditure e una profonda ferita.

«Ho infilato una canna nel terreno ed è sprofondata per circa due metri», rivela Ivo Menna, candidato sindaco per la lista civica "La nuova terra". Le ferite sono ancora più larghe e preoccupanti sulla statale 16 Adriatica, alla Marina. Sulla carreggiata si è aperta a inizio febbraio una crepa che in quindici giorni si è allargata in modo preoccupante. «Sembra quasi che una fetta della strada stia per staccarsi e finire in mare», denunciano allarmati i residenti.

«E' assolutamente necessario sottoporre il costone e la zona a ridosso della scogliera ad un accurato sopralluogo», chiede Davide Delle Donne, di Alleanza per l'Italia. «Se necessario vanno eseguiti interventi di consolidamento».

Che Vasto sia una località franosa non è una novità. A parere dei cittadini l'aumento esponenziale di carico urbanistico ha messo nuovamente a dura prova la stabilità del territorio. Terrazzamenti e altre opere di consolidamento hanno ridotto la possibilità di frane importanti ma non hanno eliminato gli scivolamenti. «E' importante accertare a questo punto le cause del movimento della Statale verso il mare per stabilire il da farsi», sostiene Davide Delle Donne.

A giudizio del tecnici del Comune le abbondanti precipitazioni cadute nei mesi scorsi sulla città hanno un importante responsabilità nel dissesto. Non va dimenticata la natura morfologica della collina vastese: strati di argilla sovrapposti a strati di sabbia. Sulla parete collinare al di sotto della Loggia Ambling è visibile il distacco del sostegno in cemento realizzato negli anni 90. L'ex assessore regionale dell'epoca, Massimo Desiati, dirottò sulla città un maxi finanziamento di cinque milioni e 200mila euro.

Per completare l'intervento sarebbe stato necessario un secondo finanziamento che non è arrivato. «In compenso si è continuato a costruire. Le colate di cemento autorizzate dal piano regolatore ereditato dalla precedente amministrazione comunale ha messo a dura prova un territorio storicamente fragile. E' tuttavia altrettanto assurdo che la giunta Lapenna abbia progettato su via Trave una strada di collegamento fra la Istonia e la Statale», protesta Menna. L'ambientalista invoca sopralluoghi dei tecnici del Genio vivile.

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