Festa per i nuovi sacerdoti

30 Giugno 2010

Chieti, monsignor Forte: sono figli della nostra terra

CHIETI. «La Chiesa ha cinque nuovi sacerdoti». Poche parole, scandite a chiare lettere dall'arcivescovo Bruno Forte e la cattedrale di San Giustino si riempie di un applauso che emoziona, lungo un minuto, con il sottofondo delle campane, che suonano a festa. E' il momento corale di una celebrazione densa di contenuti, che fa sacerdoti Gianni Ardente, Luca Corazzari, Andrea Rosati, Gianluca Bracalante e Giuseppe Schieda.

Hanno tra i 40 e i 25 anni. Diventano presbiteri il 29 giugno, nel giorno di San Pietro e Paolo, data in cui, per tradizione, molte diocesi celebrano i solenni riti delle ordinazioni sacerdotali.
Una coincidenza, per augurare a questi nuovi apostoli la forza e la determinazione dei padri della Chiesa.

A festeggiare il giorno speciale dei nuovi sacerdoti chietini sono arrivati amici, familiari e parrocchiani, in autobus o con macchine proprie. Ci sono sindaci e gonfaloni di alcuni Comuni, come Fresagrandinaria, Lentella e San Vito Chietino. Non capita spesso, in questo tempo di crisi vocazionali, che cinque uomini, tutti insieme, diventino sacerdoti.

Arrivano a dar man forte in una diocesi che, stando all'annale diocesano, conta 137 sacerdoti, di cui almeno venti non in pastorale attiva, e 150 parrocchie.

La voce del vescovo
«La Chiesa attraversa un momento difficile», dice ai cinque nuovi preti l'arcivescovo Bruno Forte, «un esempio sono le perquisizioni in Belgio sui casi di presunta pedofilia, le loro modalità. La prima lettura di oggi è attuale, fa riferimento alle persecuzioni del re Erode contro gli uomini di Chiesa. Oggi come allora possiamo reagire abbandonandoci con la preghiera nelle mani del Signore e avere fiducia nella forza della verità».

L'arcivescovo ricorda a questi nuovi sacerdoti come abbiano scelto questo ruolo in un tempo in cui non è né facile né vantaggioso. Ma è comunque gioia, incontenibile, e lo si capisce nella forza di quell'applauso lungo un minuto. «Sono figli della nostra terra», sorride don Bruno, «espressione significativa delle nostre comunità di credenti e dei sacerdoti, che vi lavorano».

I nuovi preti.
I loro volti sono raggianti. Don Gianni Ardente, 40 anni, viene dalla parrocchia di Lama dei Peligni, passato da metalmeccanico e diacono in servizio nella zona pastorale di Casoli. Sarà parroco nelle comunità di Taranta Peligna e Lettopalena.

Don Luca Corazzari, invece, ha 38 anni, è nato a Palmoli. E' approdato alla vita ecclesiale nel 2003, dopo la laurea in economia aziendale. «Sin dalla mia adolescenza», dice, «posso affermare che nel mio cuore Dio aveva messo, senza alcun merito, qualcosa che in altri miei coetanei non aveva dato».  Don Luca sarà nelle parrocchie di Fresagrandinaria e Lentella.

Sorride anche Don Andrea Rosati, 35 anni, che andrà nella parrocchia di Lama dei Peligni. «Non ho ancora avuto modo», racconta all'Amico del Popolo, «di incontrare i miei futuri parrocchiani».

Colpisce col suo fare cortese Don Gianluca Bracalante, diacono a San Vito Chietino e destinato per il momento al ruolo di vice parroco, sempre a San Vito, al fianco di padre Fabio Iarlori.

Don Giuseppe Schieda, infine, ha 25 anni, è il più giovane sacerdote ordinato ieri in cattedrale ed è stato assegnato alla parrocchia di Pretoro. «Non posso fare a meno di pensare alla mia nuova casa», osserva, «alla mia nuova grande famiglia».

I colori. Sono tanti i sacerdoti intervenuti alla celebrazione. Nella processione, che va verso l'altare, sono tutti vestiti con casula dorata, la tunica liturgica indossata per le occasioni solenni.  In fila ci sono diversi preti di colore, figli di una Chiesa che è comunità senza confini. L'arcivescovo Bruno Forte è in casula rossa, lo stesso colore di quella che vestono i nuovi sacerdoti, in onore, come spiega un prete in sacrestia, dei martiri Pietro e Paolo.

I familiari
La celebrazione continua e dopo, per tutti, è stato organizzato un rinfresco, come da tradizione, al seminario regionale.  Accanto ai nuovi sacerdoti, prima di tutto, ci sono i parenti. Raffaella è la sorella di don Gianni Ardente, il quarantenne presbitero con un passato da metalmeccanico in Val di Sagro. «La sua è stata una conversione meditata, iniziata con un percorso personale di studi teologici». Le domandi cosa prova.  L'emozione la tradisce, gli occhi si inumidiscono, le parole si strozzano in gola.

Don Gianluca Bracalante è accompagnato alla funzione persino dai nonni ultraottantenni, Amalia, 89 anni, e Luigi, 88.  Ci sono mamma e papà, Maria Assunta e Giuseppe. Famiglia molto devota, quella di don Gianluca.  Una sorella di nonna Amalia è stata suora di clausura papale. Vincenzo, il fratello di don Gianluca, racconta: «La sua vocazione è iniziata prestissimo. In una scheda di valutazione della seconda elementare c'è scritto che aveva manifestato la volontà di diventare prete».

Ricorda particolari analoghi, Annamaria Presenza, cugina del padre di don Gianluca. C'è a festeggiarlo anche il portinaio del seminario che ha frequentato giovanissimo a Chieti. «Gli auguro di continuare a crescere nella fede», osserva Luigi Serricchio, «e di mantenere salda la promessa sacerdotale. Solo la fede regala la tranquillità del vivere». La cattedrale è piena di giovani. Come i cantori e i musicisti del coro della chiesa dell'Immacolata Concezione di San Vito Chietino, che animano le note della celebrazione, guidati da Alberto De Sanctis. La messa è finita, la vita di questi nuovi preti muove così i primi passi.

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