Fondovalle, il mistero dei cartelli

La Provincia al ProTrignina: «Non sono nostri i limiti di velocità a 50»

VASTO. Una verifica sul rispetto delle procedure adottate e un sopralluogo per accertare la sussistenza dei presunti gravi rischi che hanno indotto gli amministratori ad abbassare il limite di velocità sulla fondovalle Treste a 50 chilometri orari. E' quanto ha assicurato il presidente della Provincia, Enrico Di Giuseppantonio, al presidente del Comitato ProTrignina, Antonio Turdò.

Alla riunione, alla quale hanno preso parte l'assessore provinciale alla viabilità Antonio Tavani e l'ingegnere capo Carlo Cristini, è seguito un incontro con il responsabile dell'ufficio depenalizzazioni della prefettura, Alberto Di Gaetano.

I pendolari della fondovalle Treste sono in fibrillazione. «Non è possibile limitare su una fondovalle, ossia su una strada a scorrimento veloce, il limite di percorrenza anche a 50 chilometri orari. La procedura prevede, oltretutto, che a stabilire il limite di velocità su una strada debba essere l'ente proprietario dell'arteria. In questo caso la Provincia che, però, ignorava la comparsa dei cartelli», segnala Turdò.

«I pendolari sono esasperati. Non è giusto cercare di risanare i bilanci con le multe fatte a tanti lavoratori che faticano ad arrivare alla fine del mese. Eppure succede questo», assicura il referente dell'associazione contro i misuratori di velocità.

Decine di automobilisti lamentano la presenza di autovelox nascosti dalle auto della polizia municipale. Le due ultime vittime sono una donna di San Felice del Molise, G.G., e un allenatore di calcio del Vastese, C.B. Quest'ultimo oltre al pagamento di 172 euro di multa si è visto decurtare anche 3 punti dalla patente.

«La Provincia ha promesso di aiutarci», dice Turdò. Il Comitato, intanto, prepara la manifestazione di protesta in programma il 1º marzo davanti all'ingresso del tribunale di via Bachelet, a Vasto. La data del sit-in non è stata scelta a caso.

Quel giorno è in programma l'udienza a carico di sindaci, vigili urbani e rappresentanti delle ditte che per cinque anni hanno avuto in appalto gli autovelox sulla Trignina.

«Il Comitato ha deciso di coinvolgere nella protesta tutte le organizzazioni territoriali, ambientaliste, sindacali e politiche che condividono la nostra battaglia per la legalità, la giustizia e la sicurezza stradale», sostiene Turdò.

Per poter gestire meglio l'attività senza subire in prima persona eventuali conseguenze, il presidente e i componenti il Comitato hanno deciso di tutelarsi attivando una fidejussione di tutela giudiziaria e responsabilità civile.

E intanto è stato programmato anche un incontro con i dirigenti dell'Anas.

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