Fontana-gioiello salvata dalla fine

5 Maggio 2014

In campo i volontari di Sant’Egidio, il monumento torna bello

LANCIANO. L'associazione Sant'Egidio ha riportato alla luce la Fonte Grande di Civitanova. Niente più erbacce e rifiuti, il paramento di mattoni con faccia vista e la pavimentazione non più invase dalla vegetazione,dall'umidità e dall’acqua che sgorga libera. Un lavoro e accurato quella dei volontari che da anni si occupano del monumento. «Ogni anno lo puliamo», dice il presidente Umberto Nasuti, «e cerchiamo di fare il massimo per evitare che la mancanza di manutenzione e l’incuria creino altri danni oltre a quelli che già ci sono in alcune parti della struttura. Abbiamo tolto le erbacce, pulito le condutture che creavano ristagni nei lavatoi e pozzanghere. Di fatto l’abbiamo adottata, ora vedremo se dovremmo anche farlo formalmente perché il Comune ha previsto l’adozione degli spazi verdi».

Per il Comune è infatti fondamentale l'aiuto delle associazioni nel curare la città, in particolare i monumenti, la cui manutenzione è costosa e difficile, e le aree verdi, che sono molte. Ma non sono tante, finora, le associazioni che hanno adottato i parchi pubblici e i monumenti, anche se molti cittadini volenterosi spesso si adoperano per pulire gli spazi. «Per quanto riguarda le fontane», riprende Nasuti, «Lanciano ha un vero patrimonio in materia da conservare. A parte le due fonti storiche delle 9 rimaste in piedi accanto le porte della città, come appunto la fonte del Borgo e quella di Civitanova, ci sono altre fonti sparse sul territorio come fonte Iconicella presente nelle mappe cittadine del 1800 alla fine di via per Fossacesia, all’incrocio con la variante frentana, o fonte Cappuccini, fonte Paone. Sarebbe bello metterle in evidenza e pulirle come fatto con quella di Civitanova». Ma oltre alla pulizia l’associazione vicino alla fonte grande di Civitanova vorrebbe anche creare un percorso che arriva al Feltrino. «Sono circa 800metri», conclude Nasuti, «che dalla fonte arriva alle rive del fiume Feltrino in cui si trovano una decina di peschiere antiche. Sarebbe bello vederle e passeggiarvi, ma è un terreno abbandonato tra rovi, spine ed erbacce».

Teresa Di Rocco