Francavilla, sagome di carta sui tigli della discordia

Il Comune le fa rimuovere, protesta il comitato salva alberi che le aveva messe per una nuova manifestazione. Il perito: "Perché abbattere un patrimonio della città?"

FRANCAVILLA. Il comitato Salviamo gli alberi porta in piazza un esperto che stima in oltre 1 milione di euro il valore teorico dei 55 tigli condannati dal progetto di sistemazione del marciapiede di viale Nettuno. E intanto il Comune fa rimuovere le sagome di bambini abbracciate agli alberi, che avrebbero dovuto fare da cornice alla manifestazione che si è svolta ieri mattina. «Una iniziativa pacifica, spiritosa e di sensibilizzazione alle tematiche ambientali è stata stroncata senza avvisarci di eventuali irregolarità commesse. A fine manifestazione ci avremmo pensato noi a rimuovere le sagome», polemizza Moreno Bernini del comitato salva alberi. Il comitato ieri mattina ha portato in viale Nettuno per una consulenza tecnica l’agronomo Luigi Giannangelo, componente della commissione verde urbano del consiglio nazionale dei dottori agronomi e forestali e coordinatore della commissione verde urbano della Federazione degli Ordini d’Abruzzo. «Non riesco a trovare una ragione tecnica per abbattere un patrimonio della città» ha dichiarato Giannangelo. «Gli alberi sono beni immobili. I tigli sono sani e possono essere salvati senza restringere la zona di calpestio del marciapiede. Non è il caso di sostituirli con delle sophore che fra 50 anni avranno le stesse dimensioni dei tigli. In estate, sotto le sophore c’è poca ombra e fa caldo mentre i tigli fanno ombra e fresco. Per conto della Federazione ho il dovere di tutelare la specie. Chiederò al sindaco la possibilità di uno scambio tecnico informativo per capire le motivazioni che hanno portato alla scelta di abbattimento dei tigli». «Lunedì chiederò al Comune la sospensione del taglio delle piante in attesa che il sindaco accetti il confronto con il tecnico», annuncia il consigliere Stefano Di Renzo, «e invierò una nota alla procura generale della Corte dei conti perché verifichi la sussistenza o meno, di un danno erariale a seguito dell’abbattimento».

Giuseppina Gherardi

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