Furti in campi e rimesse, appello al prefetto

San Salvo, assemblea della Cia con agricoltori e autorità comunali: così non viviamo più

SAN SALVO. I ripetuti assalti notturni dei ladri nella vallata del Trigno non risparmiano neppure gli agricoltori e gli allevatori. Il primo furto, la notte del 13 settembre, fece sorridere: i ladri portarono via da una cascina numerosi attrezzi agricoli e l’intero pollaio. Da allora i furti nella vallata non si contano più. Solo nell'ultimo mese sono spariti tre trattori (ognuno ha un valore che va da 30 a 40 mila euro), centinaia di attrezzi, allevamenti, gasolio e concimi.

Esasperato, il settore agricolo ha chiesto aiuto ai sindacati. La Cia, Confederazione degli agricoltori, ha organizzato lunedì sera un’assemblea nella sede dell’Eurortofrutticola del Trigno, a Piana Sant’Angelo, invitando gli amministratori del territorio. Alla riunione hanno partecipato il sindaco di Vasto, Luciano Lapenna, l’assessore alle attività produttive di San Salvo, Oliviero Faienza, il consigliere comunale di Lentella, Giannicola Roberti, e diversi rappresentanti di altri comuni della vallata.

La riunione ha confermato la preoccupazione degli operatori. Già messi a dura prova dalla crisi si vedono portare via gli strumenti di lavoro. A parere degli agricoltori non si tratta di sprovveduti.

«Sono abili, veloci, hanno mezzi adeguati, sanno come e dove colpire», raccontano. «Probabilmente nella zona hanno dei basisti. Sono sempre di più le persone, molte straniere, che non conosciamo. Non hanno un lavoro e diventano la manovalanza dei disonesti. È necessario controllare i residenti. Se necessario mandarli via», protestano gli agricoltori invocando un censimento della popolazione.

Il presidente provinciale della Cia, Nicola Antonio Sichetti, a nome degli associati chiede aiuto al prefetto di Chieti, Fulvio Rocco De Marinis, e al presidente della Camera di Commercio, Silvio Di Lorenzo. Al primo viene chiesto di raddoppiare almeno i posti di blocco sulla Trignina disponendo un capillare controllo della popolazione residente. Al presidente della Camera di commercio gli operatori agricoli chiedono risorse per l’installazione di sistemi di allarme collegati con le caserme dei carabinieri e con la vigilanza privata. «Così non è più possibile andare avanti. Ci stanno mandando sul lastrico. Non possiamo restare inermi», protestano gli agricoltori. (p.c.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA