Gli universitari nella grotta Sant’Angelo 

Palombaro, studenti di architettura avviano le ricerche archeologiche: parte la caccia ai reperti

PALOMBARO. Nuova fase di ricerca archeologica nella grotta Sant’Angelo. A effettuarla è un gruppo di studenti della facoltà di archeologia dell’università Gabriele d’Annunzio di Chieti. «Abbiamo dato il benvenuto ai ragazzi impegnati negli scavi, al responsabile professor Vasco La Salvia ed ai coordinatori Eugenio Di Valerio e Daniele Mancini da parte di tutta l’amministrazione comunale e di tutti i cittadini di Palombaro», afferma il sindaco Consuelo Di Martino.
La Grotta Sant’Angelo, all’interno del Parco nazionale della Maiella, posta a 1.000 metri di altitudine, è un vero gioiello. Le indicazioni stradali da seguire sono “Feudo d’Ugni” e portano su una stradina che dopo circa 3 chilometri indica la grotta Sant’Angelo e si arriva ad un parcheggio: da qui in 20 minuti a piedi si arriva alla grotta. La grotta è costituita da un unico grande ambiente, all’interno del quale, ad una parete, si appoggiano alcuni resti di una chiesa benedettina databile tra XI -XII secolo dedicata a Sant’Agata d’Ugni, ed in seguito al culto di Sant’Angelo. L’edificio sacro è costituito da tratti di mura e un’abside semicircolare: conci di pietra squadrata, archetti pensili, cornici con cordonature tortiglionate. Lo stile architettonico dell’abside rimanda al preromanico abruzzese ed è confrontabile con l’abside di San Liberatore a Maiella di Serramonacesca.
Sembra di stare in un luogo magico e ancestrale, dove il tempo indugia, quasi immobile. La chiesa sarebbe sorta dove anticamente si trovava un tempio dedicato a Bona, dea della fertilità. Le donne vi si recavano e bagnavano le mammelle con l’acqua della grotta al fine di favorire l’abbondanza di latte, in epoca cristiana questo culto fu sostituito con quello di Sant’Agata, patrona delle puerpere; in seguito la titolazione a Sant’Agata fu sostituita con quella a Sant’Angelo.
«Siamo curiosi di conoscere il risultato di questa ricerca per dare il giusto valore a questa bellezza unica», conclude il sindaco Di Martino.
Matteo Del Nobile
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