Ha un tumore, visita fissata dopo 384 giorni a Chieti

La donna già operata e costretta ad attendere più di un anno per i controlli, alla fine la scoperta choc: ha di nuovo il cancro

CHIETI. Le assicurano che «come paziente oncologica, ha diritto alla precedenza assoluta», ma soltanto a parole. L’attesa dura 384 giorni. Dopo oltre un anno dalla prenotazione al Cup del Clinicizzato infatti non le avevano ancora fissato la mammografia prenotata il 4 luglio 2013. L'esame riesce a strapparlo dopo proteste personali e telefoniche al reparto di Radiologia, poi martedì scorso si sottopone alla mammografia e scopre che nel lungo periodo di attesa si è formato un altro nodulo, questa volta al seno destro, mentre il primo tumore glielo avevano estirpato nel 2009 da quello sinistro. E' l'odissea di Giovanna – nome di fantasia della paziente di cui non riveliamo l'identità perché raccontiamo la suastoria di donna malata di cancro – tra centri di prenotazione che non funzionano e tempi di attesa che consentono alle neoplasie di riprodursi in assenza di controlli strumentali. Una storia, come tante, cominciata male per la tempistica burocratica quasi mai in sintonia con l'evoluzione della malattia.

«A inizio 2009», racconta Giovanna, «la mia dottoressa di famiglia scoprì che qualcosa non andava nel mio seno, e subito compilò l'impegnativa per gli esami. Già allora, l'attesa fu di oltre sei mesi, e come mi resi conto dopo, il tumore c'era. Per fortuna mi operarono d'urgenza e cominciarono le chemioterapie, ne ho fatte finora sei e mi è sembrato di morire, lasciata da sola senza nessun conforto del servizio sanitario, anche a livello psicologico».

Dopo l'intervento, i tempi sembrano quelli giusti con due mammografie in un anno e visite e analisi ogni tre mesi. Nel 2011, però, i tempi ricominciano a allungarsi. Fino al giugno del 2013, l'ultima mammografia cui fa seguito la prenotazione del 4 luglio.

«Sembra che non ci sia mai posto per questi esami», spiega, «e gli ammalati di tumore come me, e siamo tanti, devono fare le stesse file degli altri al Cup, con l'ansia e la paura che ci consumano. E' insopportabile», aggiunge con la voce rotta dal pianto. Sarebbe stato naturale, per una paziente con residenza a Chieti, ottenere l'ecografia e la mammografia attesa per oltre un anno all’ospedale polticlinico di Colle dell’Ara. «E invece, dopo aver protestato in Radiologia», racconta Giovanna, «riescono a prenotare la visita soltanto a Vasto. Ho dovuto chiedere a un'amica, che per di più lavora e ha dovuto rinunciare alla giornata, di farmi il favore di accompagnarmi, pagando carburante e autostrada. Perché Vasto è non è vicina». E intanto ritorna alla mente il nuovo tumore sviluppatosi nel lungo periodo di attesa.

«Vivo in un nuovo incubo, come quello del 2009», conclude Giovanna con voce sempre piùrotta dal pianto, «ma stavolta devo attendere pochi giorni (fino ad oggi, ndc) per la visita dal mio oncologo a Ortona, quindi il 31 dal professor Ettore Cianchetti, sempre al all’ospedale Bernabeo».

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