San Giovanni Teatino

I ladri scardinano due casseforti, rubati lingotti d’oro per 100mila euro

18 Settembre 2025

Il furto ai danni di un libero professionista, i malviventi fuggono anche con gioielli e banconote. Caccia alla banda

SAN GIOVANNI TEATINO. Una porta forzata nel buio di un appartamento vuoto. Poi il silenzio, rotto solo dal rumore di chi cerca qualcosa con metodo, senza fretta. È l’inizio di un colpo da specialisti, quello messo a segno in una casa di via Primo maggio, a San Giovanni Teatino. Un’azione che ha portato alla scoperta di un tesoro: oro, sotto forma di lingotti e gioielli, per un valore che supera 100.000 euro, strappato a due casseforti scardinate con perizia.

Il colpo, avvenuto in un’abitazione su due piani, tradisce la mano di professionisti. Secondo una prima ricostruzione, i ladri hanno agito a colpo sicuro, approfittando dell’assenza dei proprietari per entrare in azione. Giunti nella palazzina, hanno dato il via a una “perquisizione” metodica. Stanza dopo stanza, i malviventi hanno rovistato ovunque, puntando dritti ai beni più preziosi della famiglia di un libero professionista del posto.

La loro determinazione emerge da un dettaglio cruciale: non si sono fermati davanti a una, ma a ben due casseforti, riuscendo a sventrarle entrambe con una abilità che suggerisce l’uso di strumenti specifici e una notevole esperienza. All’interno hanno trovato ciò che cercavano: lingotti d’oro, ma anche altri gioielli e banconote. Una volta raccolto l'ingente bottino, si sono dileguati. Al rientro, i proprietari si sono trovati di fronte la casa a soqquadro e i forzieri aperti e svuotati.

A quel punto non è rimasto altro da fare che allertare il 112. Sul posto sono intervenuti i poliziotti, che hanno passato al setaccio l’appartamento per diverse ore, alla ricerca di impronte digitali o di qualsiasi altro elemento utile a dare un volto e un nome agli autori del raid. L’episodio riaccende i riflettori su una problematica che tocca da vicino la percezione di sicurezza dei cittadini. Al di là del danno economico, un’intrusione nella propria abitazione rappresenta una profonda lacerazione della sfera privata, lasciando una scia di insicurezza e vulnerabilità che spesso permane a lungo. Le forze dell’ordine, da parte loro, rinnovano costantemente l’invito alla prudenza, diffondendo vademecum e consigli pratici per difendersi dai “topi d’appartamento”.

L’installazione di un buon impianto d’allarme, possibilmente collegato a un servizio di vigilanza, resta uno dei deterrenti più efficaci. Ma fondamentale è anche la rete di solidarietà di vicinato: un accordo con chi abita accanto per un controllo reciproco può fare la differenza, segnalando al 112 movimenti o presenze sospette. Nell’era digitale, inoltre, una nuova frontiera della prevenzione riguarda la gestione delle informazioni personali. L’invito è quello di evitare di far conoscere i propri spostamenti, specialmente le assenze prolungate per vacanze o lavoro, attraverso la condivisione di informazioni o immagini sui social network.

Piattaforme come Facebook e Instagram possono trasformarsi in una miniera d’oro per bande specializzate, che studiano i profili delle potenziali vittime per mappare le loro abitudini e colpire nel momento di massima sicurezza. Anche piccoli accorgimenti, come lasciare accesa una luce o una radio programmata per accendersi a intermittenza, possono contribuire a scoraggiare i malintenzionati, simulando una presenza in casa che potrebbe indurli a passare oltre. Perché è così che agiscono: osservano, studiano, scelgono. E quando colpiscono, lasciano dietro di sé solo il silenzio di stanze violate e il vuoto di una cassaforte aperta.

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