I legali della famiglia nel bosco: «I nostri atti non sono stati considerati»

Parlano gli avvocati della difesa: «L’ordinanza è stata notificata a distanza di 11 giorni dalla firma dei magistrati»
PALMOLI. «L’ordinanza, oggi integralmente diffusa dai media, risulta datata l’11 dicembre, vale a dire undici giorni prima della notifica a noi inoltrata solo il 22 dicembre a mezzo pec». È da qui che parte la risposta della difesa. Da una data, da un dettaglio temporale che – secondo i legali della famiglia di Palmoli, Marco Femminella e Danila Solinas – non è affatto secondario, ma decisivo per comprendere quanto accaduto nel corso del procedimento che ha portato i giudici del tribunale per i minorenni dell’Aquila a negare il rientro a casa dei bambini. Perché nel frattempo, spiegano gli avvocati, il quadro istruttorio è cambiato. «Nelle more», scrivono, «questa difesa ha depositato copiosa e puntuale documentazione corredata da specifiche allegazioni che confutano l’assunto secondo cui i minori non avrebbero avuto contatti con i loro pari».
Ed è questo, per la difesa, il nodo centrale: documenti e allegati che non sarebbero stati valutati dai giudici perché successivi alla data dell’ordinanza. Atti che, sostengono, smontano uno dei presupposti su cui si fonda il provvedimento di sospensione della responsabilità genitoriale: quello dell’isolamento relazionale dei minori. «Parimenti vi sono foto che ritraggono gli stessi minori sorridenti mentre mangiano gelati usando cucchiaini di plastica o seduti su giostre, emblema della più banale modernità». Immagini che raccontano una quotidianità diversa da quella descritta nell’ordinanza del tribunale. «Foto che ritraggono i bambini in ogni occasione ricreativa, ovvero ordinaria a contatto con altri bimbi e non solo, verso i quali non hanno mostrato alcun disagio, così come non lo hanno mostrato nella casa famiglia».
La difesa, inoltre, si appella a numerose testimonianze. «Sono in atti decine e decine di testimonianze di persone di ogni età e luogo che raccontano rapporti sereni e quotidiani con questa famiglia. Dunque, sono smentite la ritrosia lamentata e l’isolamento dedotti». E i toni si scaldano ancora di più quando i legali allargano lo sguardo oltre il singolo provvedimento, che dispone un’indagine personologica e psico-diagnostica del profilo di personalità di entrambi i genitori. «Certo, non possiamo non chiederci a chi faccia comodo alimentare questa grottesca rappresentazione», dicono.
Una frase che pesa, ma che viene subito ricondotta a un piano di fiducia – e di speranza – nell’iter giudiziario ancora in corso. «Siamo certi che le allegazioni puntuali che abbiamo sottoposto al tribunale – di cui essendo l’ordinanza antecedente non ha evidentemente tenuto conto – verrà debitamente e tempestivamente valutata. Così come siamo certi che sarà adeguatamente valutata “l’urgenza di provvedere” prevista dalla norma, allorquando si dovrà rivalutare, in tempi che si auspicano rapidi, la prosecuzione del collocamento nella struttura».
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