Il caso al congresso dei giovani democratici a Vasto: spunta una maglietta delle Br tra i Giovani Pd

Denuncia di Gioventù nazionale: «Al congresso di Vasto insulto alla memoria». La replica di Gileno: «Quel ragazzo ha sbagliato»
VASTO. «L’esibizione di una maglietta con il simbolo delle Brigate Rosse al congresso dei Giovani democratici di Vasto, martedì scorso, è un insulto alla memoria storica del Paese e alle vittime del terrorismo». A denunciarlo è Gioventù nazionale che, su Instagram, mostra la foto di gruppo dei Gd con un ragazzo che indossa una maglietta rossa con il logo delle Brigate Rosse e i pupazzi Teletubbies in posa con una stella a cinque punte. E tra i movimenti dei giovani scoppia la polemica.
«Chi sfoggia fieramente simboli del genere», dice Gioventù nazionale, cioè i ragazzi di FdI guidati dal segretario regionale Roberto Miscia, «non manifesta un’opinione, ma compie apologia di un’organizzazione criminale che ha seminato morte, terrore e distruzione. Le Brigate Rosse non hanno nulla di folkloristico o ironico, non sono un mito da richiamare né un’icona da stampare su una maglietta: sono il volto del sangue versato, di Aldo Moro barbaramente assassinato, dei servitori dello Stato falciati dalla violenza».
La maglietta contestata è quella di un gruppo trap che si chiama P38 e che, per i suoi testi, si ispira alla lotta armata: sul sito internet della band, la maglietta costa 20 euro e «parte del ricavato va a sostenere la cassa legale p38».
Per Gioventù nazionale, «è inaccettabile che in un congresso della sinistra giovanile si consumi una simile sceneggiata che si inserisce alla lunga lista di provocazioni che hanno luogo quotidianamente su scala nazionale. Chiediamo una condanna immediata e pubblica». E Gioventù nazionale dice che nessuno ha oscurato quella maglietta: «Saverio Gileno, segretario regionale dei Gd, e Annachiara di Lorenzo, segretaria provinciale di Chieti, erano presenti entrambi al congresso. A loro si aggiunge la presenza complice di figure istituzionali, come gli assessori al Comune di Vasto Nicola della Gatta e Paola Cianci, finendo con il consigliere Francesco del Viscio. Alla luce di ciò noi pretendiamo una presa di posizione di condanna netta e ferma». Secondo Gioventù nazionale anche il sindaco di Vasto e presidente della Provincia di Chieti Francesco Menna avrebbe assistito e «non può permettersi di voltarsi dall’altro lato».
E Gileno interviene così: «Come segretario regionale dei Gd prendo le distanze in maniera netta e senza ambiguità da quell’immagine e da ciò che rappresenta e ho già chiesto la rimozione della foto dai social su cui è apparsa che non sono quelli del Gd. Il ragazzo che la indossa ha sbagliato», dice Gileno, «non è un dirigente della nostra organizzazione e non ricopre alcun incarico né nei Gd né nel Pd e il suo gesto non può in alcun modo essere considerato espressione della nostra comunità politica, prenderemo provvedimenti negli organi del partito. Vogliamo dirlo con fermezza: i Giovani democratici sono pienamente consapevoli del dolore e delle ferite ancora aperte lasciate dagli anni di piombo, stagione buia della storia repubblicana segnata da terrorismo, sangue e violenza. Non scherziamo, non minimizziamo e non autorizziamo in alcun modo ironie, sarcasmi o atteggiamenti revisionistici su un tema che ha riguardato la vita democratica del Paese e il sacrificio di troppe vittime innocenti. I nostri valori», assicura, «sono quelli della Costituzione, democrazia e antifascismo». E Gileno va al contrattacco: «Non accettiamo tuttavia lezioni da chi, come Gioventù nazionale, continua a tacere davanti ai saluti romani, alle ambiguità neofasciste e alle inchieste giornalistiche che hanno svelato derive autoritarie dentro i loro ambienti. La coerenza non è un optional: la violenza politica si condanna sempre, senza distinguo e senza convenienze. I Gd Abruzzo continueranno a essere presidio di democrazia, di libertà e di partecipazione, respingendo con nettezza ogni tentativo di riportare indietro il Paese agli anni più bui della sua storia. Lo facciamo ogni giorno nelle strade, piazze, scuole, università e sezioni, e non sarà certo una maglietta stupida con dell’ironia di pessimo gusto, indossata da un ragazzo che sicuramente non ha simpatie brigatiste», conclude Gileno, «a porci nella condizione di dover ricevere una lezione di storia contemporanea e diritto costituzionale da chi ha nel simbolo la fiamma tricolore».