Il caso auditorium in mano a un avvocato 

Atessa, opera senza collaudo: la giunta incarica un esperto di diritto amministrativo per un parere

ATESSA. Sarà l’avvocato Andrea Filippini ad emettere un parere “pro veritate”, cioè non di parte, sulla procedura con la quale è stato consentito, nei mesi passati, l’utilizzo dell’auditorium di piazza Garibaldi. L’incarico è stato attribuito dalla giunta comunale, guidata dal sindaco Giulio Borrelli, all’esperto di diritto amministrativo per avere suggerimenti seri su come procedere per limitare i danni e difendere gli interessi e l’immagine del Comune. È una vicenda complessa quella dell’auditorium di piazza Garibaldi, struttura che ha una capienza di circa 480 posti. L’inaugurazione c’è stata nel dicembre scorso da parte della precedente amministrazione, cosa che non poteva essere fatta perché l’opera non ha ancora superato il collaudo tecnico-amministrativo; inoltre la ditta costruttrice ha presentato alcune riserve, nel registro di contabilità e negli atti contabili finali, che porterebbero a circa 210mila euro le ulteriori somme pretese e aprirebbero un grave contenzioso. L’auditorium è stato utilizzato dalla fine del 2016 e fino a giugno 2017 senza il rilascio Scia finale da parte dei vigili del fuoco e in presenza di espresso parere contrario all’uso, da parte della competente Commissione comunale sui locali di pubblico spettacolo. Tutta la questione potrebbe avere anche conseguenze giudiziarie.
A tutt’oggi l’auditorium non è ancora di proprietà del Comune. L’allora sindaco Nicola Cicchitti, come si legge nella delibera di giunta pubblicata ieri, pur in assenza del parere favorevole, ha assunto provvedimenti in deroga per l’utilizzo dell’auditorium per i giorni 18, 23, 26, 27, 30 dicembre 2016, 3 e 5 gennaio 2017 e 4 febbraio 2017. L’auditorium successivamente è stato utilizzato per altri eventi, sebbene in assenza della retrocessione al Comune da parte dell’impresa e del collaudo tecnico amministrativo. I vigili del fuoco ad aprile hanno chiesto una serie di adempimenti che ancora non sono stati portati a termine.
L’impresa De Francesco ha ripreso possesso dell’auditorium ai primi dello scorso giugno ritenendo che l’uso della sala in assenza del collaudo la esponesse a responsabilità. A tutto ciò, la ditta costruttrice ha presentato alcune riserve e ha chiesto 250mila euro (per maggiori compensi dovuti), somma valutata accoglibile dal direttore dei lavori (per un importo di 178.914 euro) ma non accolta dal Rup (responsabile unico del provvedimento). Non essendo stati instaurati procedimenti di composizione bonaria, nei modi e nei tempi previsti dalla legge, appare concreto il rischio di un contenzioso giurisdizionale con la ditta esecutrice in sede di liquidazione finale delle spettanze.
Matteo Del Nobile
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