Il coltello alla gola della madre «Ti ammazzo, preparati la bara»

Un 38enne indagato per maltrattamenti dopo la denuncia presentata dall’anziana vittima «Aggressioni quotidiane fisiche e verbali, mi costringe a vivere nella paura». Lui nega le accuse
CHIETI. «Io ti ammazzo. Preparati la bara, sei una donna morta». Così un teatino di 38 anni ha terrorizzato la madre, arrivando a puntarle anche un coltello alla gola e costringendola a vivere nella paura più assoluta. L’uomo, indagato per maltrattamenti in famiglia, è ora sottoposto alla misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare con l’obbligo di restare ad almeno cinquecento metri di distanza dalla vittima. Il provvedimento, su richiesta del sostituto procuratore Marika Ponziani, è stato firmato dal giudice Maurizio Sacco, che ha disposto anche l’applicazione del braccialetto elettronico. Delle indagini si sono occupati i poliziotti della squadra mobile di Chieti.
La donna ha denunciato il clima di ansia instaurato in casa dal figlio che è tornato a vivere con lei da circa due anni, ovvero da quando si è separato dalla moglie. In base alle accuse, le violenze – soprattutto a partire dallo scorso maggio – sono state costanti, improvvise e ingiustificate. Più nel dettaglio, l’anziana ha riferito di una quotidianità fatta di aggressioni verbali, offese e imposizioni nei suoi confronti da parte del figlio che, sempre secondo la querela, è dedito al consumo di droghe ed è solito rivolgersi a lei con frasi del tipo: «Non capisci niente, io non ti faccio arrivare a fine vita, ti uccido», accompagnandole con insulti irripetibili. La vittima è stata costretta a richiedere l’intervento delle forze dell’ordine più volte, a seguito di discussioni molto accese con il figlio. In un’occasione quest’ultimo, in stato di alterazione dovuto all’uso di sostanze stupefacenti, l’avrebbe aggredita anche fisicamente, prendendole con forza le mani per strapparle le chiavi dell’automobile che non voleva consegnargli perché privo di patente. In un’altra occasione, l’indagato le avrebbe stretto le mani al collo, puntandole alla gola un coltello da cucina e pronunciando gravi intimidazioni: «Non provare a chiamare nessuno, non ti faccio arrivare alla porta». Quando sono giunti nell’abitazione, i poliziotti hanno notato le condizioni di forte agitazione e di spavento dell’anziana, oltre ad alcuni segni di arrossamento sul collo. Senza considerare che l’uomo, anche in presenza delle forze dell’ordine, non è riuscito a contenersi e ha pronunciato le solite minacce di morte.
Secondo il giudice, sussistono i gravi indizi di colpevolezza, anche alla luce del fatto che le dichiarazioni della vittima appaiono lineari e prive di contraddizioni. L’indagato, dunque, va allontanato da casa perché la donna non è più nelle condizioni di confrontarsi liberamente con lui e di vivere serenamente la quotidianità domestica senza essere aggredita.
Il trentottenne, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, difeso dall’avvocato Marco Femminella, ha respinto le accuse, negando le violenze fisiche e psicologiche.
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