Il Comune rischia il dissesto finanziario

La Ragioneria di Stato: gravi irregolarità di gestione negli ultimi 25 anni

CHIETI. L'amministrazione comunale di Chieti ha grandissimi problemi di liquidità e, se non cambierà passo, c'è rischio che il sindaco sia chiamato a dichiarare lo stato di «grave deficitarietà strutturale», anticamera del dissesto finanziario.

È quanto emerge da una verifica amministrativo-contabile eseguita nell'agosto scorso, ma che soltanto in questi giorni comincia a far trapelare le prime, preoccupanti conclusioni. L'indagine condotta dagli ispettori della Ragioneria dello Stato, Luciano Cimbolini e Gaetano D'Onofrio, mette in luce una situazione che ricorda molto da vicino gli anni bui della post-tangentopoli, quando il Comune di Chieti fu costretto a dichiarare fallimento a causa di una classe politica incapace e corrotta. Sono passati quasi vent'anni da quel 1993, ma a leggere i rilievi mossi con rigorosa puntualità dagli ispettori, sembra che nessuna lezione sia stata appresa. Si scopre così che «la gestione finanziaria dell'ente presenta diverse criticità sostanziali, soprattutto in termini di solidità e sostenibilità del bilancio nel breve e medio periodo». Criticità che, sempre a giudizio degli ispettori, si manifestano «sia a livello di bilancio di competenza, in termini di modalità di finanziamento con entrate ordinarie delle spese consolidate e dei debiti fuori bilancio (attuali e potenziali), sia a livello di cassa, in termini di effettiva capacità di reintegro, con entrate correnti libere, della liquidità erosa soprattutto nell'ultimo periodo».

La relazione tira in causa comportamenti scorretti che si sono sviluppati nel corso degli ultimi 25 anni, coinvolgendo quindi vecchi e nuovi amministratori, ma fa davvero impressione la sottilineatura sull'ultimo periodo, dopo che l'amministrazione in carica aveva rivendicato proprio in una più sana e corretta gestione delle finanze il titolo per governare la città. La relazione sottolinea invece irregolarità gravi. A cominciare dalle prospettive finanziarie, che appaiono segnate dall'elevato stock di debito accumulato negli ultimi anni e dalle passività fuori bilancio che potranno derivare da un ingente contenzioso. Per gli ispettori, la strada è tracciata. Definiscono «improcrastinabile un'azione di risanamento delle finanze comunali che tenda a contenere e riorganizzare la spesa corrente e ad aumentare in modo drastico il tasso di riscossione delle entrate». In via preliminare, indicano «un'attività straordinaria di accertamento dei residui, che permetta di giungere a una corretta determinazione del risultato di amministrazione sulla quale non pesi l'incognita dell'ingente massa di poste attive di dubbia esigibilità».

I rilievi continuano nei costi eccessivi del personale, come nella gestione delle società partecipate/controllate, con anomalie che riguardano «sia il disallineamento fra crediti e debiti iscritti nei bilanci, sia, più in generale, nel sistema di governance e nelle modalità di affidamento dei servizi».

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