Palmoli

I tre fratellini nel bosco al giudice: «Studiamo a casa, abbiamo tutto»

13 Dicembre 2025

Così i piccoli hanno parlato in tribunale prima di essere tolti ai genitori e messi in una struttura protetta: «Ci sono luce e acqua calda. Andiamo a cavallo e giochiamo all’aperto insieme ad altri bambini»

PALMOLI. «A scuola non vado, studio a casa. A me piace così, non mi piacerebbe andare in una scuola con altri bambini». E ancora, per spazzare via ogni dubbio sul freddo o sugli stenti: «Abbiamo delle stufe a legno e la casa è sempre molto calda. C’è tutto, la luce e l’acqua calda». Sono le parole della figlia maggiore della famiglia del bosco di Palmoli. È la mattina del 28 ottobre 2025. Nell’aula del tribunale per i minorenni dell’Aquila, davanti al giudice onorario Marco Pezzopane e alla curatrice speciale Marika Bolognese, la scena è occupata dai tre fratelli. Non sono soli: hanno richiesto la presenza della madre, che siede accanto a loro e funge anche da traduttrice per superare ogni barriera linguistica.

Ma le risposte, dirette e disarmanti, sono le loro. È il racconto di un’infanzia che si difende dall’accusa di essere precaria, descrivendosi invece come piena, consapevole e sicura. Uno scenario diametralmente opposto rispetto a quello che, lo scorso 20 novembre, ha spinto i giudici a sospendere la responsabilità genitoriale di papà Nathan Trevallion e mamma Catherine Birmingham e a collocare i tre bimbi in una casa famiglia di Vasto, dove si trovano tuttora.

ARTICOLO COMPLETO SUL CENTRO IN EDICOLA