Il Comune si accolla le spese dei carabinieri

Pizzoferrato, piano per scongiurare la chiusura della caserma. Il sindaco: siamo abbandonati da tutti

PIZZOFERRATO. «Il Comune di Pizzoferrato, con uno sforzo finanziario incredibile, si farà carico, nel medio-lungo periodo, della realizzazione di un “Polo per la sicurezza della montagna e delle zone interne”, in un edificio comunale già esistente. Mentre nell’immediato farà proprie le spese per il sostentamento dell’attuale caserma dei carabinieri che lo Stato vuole chiudere». È lo stralcio del documento proposto dal sindaco Palmerino Fagnilli e approvato all’unanimità dal consiglio comunale.

“No” compatto di maggioranza e opposizione, quindi, alla chiusura della caserma, che copre anche Gamberale e una parte di Montenerodomo. Nell’edificio delle ex scuole elementare e media di via Orientale, troveranno posto carabinieri, forestale, polizia municipale associata e protezione civile. «Tutti in un unico stabile per offrire alle comunità un progetto di sicurezza pubblica e privata efficiente ed efficace», sottolinea il sindaco, «è il tentativo concreto che stiamo facendo per scongiurare lo smantellamento di un presidio di sicurezza. Ed è solo l’inizio di una battaglia».

In cantiere ci sono diverse iniziative. «Ci rivolgeremo al comando generale dell’Arma dei carabinieri di Roma e di Chieti, avvieremo petizioni, coinvolgeremo nelle nostre ragioni la prefettura, il ministero e tutte le forze politiche», spiega Fagnilli, «è necessario pensare al rilancio della montagna e delle zone interne partendo proprio dalla presenza della caserma dei carabinieri, anche alla luce degli ultimi episodi di criminalità».

Come i furti in aumento e il pestaggio di un imprenditore locale, Claudio De Iuliis, ad opera di tre banditi che nel cuore della notte stavano derubando la sua tabaccheria. «Al Comune tempo fa è stato consegnato un appartamento confiscato alla malavita organizzata, ad un esponente della Sacra corona unita, la mafia pugliese», afferma Fagnilli, «in segno eclatante di protesta lo ridaremo all’Agenzia nazionale dei beni confiscati alla criminalità organizzata, per sottolineare la gravità della situazione attuale a Pizzoferrato e nelle altre comunità delle zone interne, e perché lo Stato non deve abbandonare i paesi del Sangro-Aventino. La sicurezza della montagna e delle aree interne non interessa più allo Stato, sostituita da un controllo mobile e veloce del territorio. Ma la sicurezza», si chiede Fagnilli, «può essere un aspetto della spending review?». (s.so.)

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