Il destino del trolley buttato e recuperato

Microdiscariche abusive, le telecamere riprendono chi si disfa dei rifiuti: multe fino a 3 mila euro

VASTO. Raggiungono le aree periferiche della città in macchina, con un camioncino o a bordo di un Apecar e, con fare circospetto, si disfano di vecchi assi da stiro, elettrodomestici inutilizzati e rifiuti di vario genere. Pensano di farla franca, invece, vengono individuati e sanzionati grazie alle telecamere mobili nei venti siti monitorati dalla polizia municipale.

Le attività di controllo in materia ambientale continuano a offrire uno spaccato dei comportamenti incivili messi in atto da chi abbandona i rifiuti nelle campagne e ai bordi delle strade. Un fenomeno che è aumentato da quando il servizio porta a porta è stato esteso a buona parte della città. Prova ne sono le tante microdiscariche disseminate sul territorio comunale formate, in prevalenza, da rifiuti domestici.

«Le telecamere rappresentano un prezioso ausilio per scovare gli incivili e sanzionarli», afferma il tenente Antonio Di Lena, del nucleo di polizia amministrativa, «immortalano casalinghe che si disfano di vecchi assi da stiro, camioncini che scaricano di tutto e romeni che rovistano tra i cumuli di rifiuti per reperire materiale da rivendere».

Le sequenze filmate dalle apparecchiature consentono ai vigili di risalire ai responsabili ed elevare sanzioni che vanno da 300 a 3mila euro.

Nelle scorse settimane le video-camere hanno immortalato una persona che, dopo essere scesa dalla macchina, ha buttato un vecchio trolley in una zona periferica diventata una discarica a cielo aperto. Le stesse telecamere, a distanza di qualche ora, hanno filmato un’altra persona che, dopo aver rovistato tra i rifiuti gettati alla rinfusa, ha recuperato la valigia. Spesso la polizia municipale, che si avvale della collaborazione di 15 ispettori ambientali, riesce a risalire ai responsabili grazie a una ricevuta o ad uno scontrino fiscale.

I controlli hanno messo in luce anche un altro fenomeno in netto aumento, quello relativo al pendolarismo dei rifiuti: cioè il malvezzo di trasportare il pattume domestico in quelle zone della città dove esistono ancora i cassonetti. Insomma, pur di non separare i rifiuti in casa c’è chi non esita a salire in auto e fare diversi chilometri. Le buste con l’immondizia finiscono spesso nei cassonetti della Marina, quartiere dove la raccolta differenziata non è ancora arrivata, ma anche nelle zone di confine, nelle campagne e ai bordi delle strade meno trafficate.

Da quando i cassonetti sono spariti nelle aree periferiche per far posto ai contenitori colorati, le trasferte alla Marina sono aumentate. I residenti del quartiere rivierasco protestano e invocano rigorosi controlli.

Anna Bontempo

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