Il marito: «Non ho ucciso io Annamaria» 

La donna, 60 anni, trovata impiccata nel garage. L’uomo, indagato per omicidio, interrogato per tutta la notte, poi torna a casa

LANCIANO. «Non ho ucciso mia moglie e non l'ho mai maltrattata». Si difende così Aldo Rodolfo Di Nunzio, 70 anni, vigile del fuoco in pensione, indagato per l'omicidio volontario di Annamaria D'Eliseo, 60 anni. La collaboratrice scolastica è stata trovata priva di vita nel garage di casa, con alcuni cavi elettrici intorno alla gola. Ma la tesi del suicidio non convince gli inquirenti. Dopo ore trascorse in caserma, all'alba di ieri Di Nunzio è tornato a casa: è indagato ma a piede libero. Risposte importanti si attendono dall'autopsia, che al momento non è stata ancora fissata.
INDAGATO IL MARITOHa trascorso tutta la notte nella caserma di via Del Verde, Aldo Rodolfo Di Nunzio. Sul 70enne il sospetto degli inquirenti che sia l'assassino della moglie, Annamaria D'Eliseo, per tutti Anna, collaboratrice scolastica nella scuola Eroi Ottobrini, amatissima da genitori, bambini e personale docente. L'uomo, vigile del fuoco in pensione e ora imprenditore agricolo, è stato ascoltato dal pm Serena Rossi, alla presenza del suo avvocato, Claudio Nardone. Solo all'alba ha potuto fare ritorno nella propria abitazione, da uomo libero ma indagato per il delitto della moglie.
MORTE SOSPETTAVenerdì i coniugi sono entrambi a casa: lui è in giro nell'aia, dove tiene anche gli animali, a fare i soliti lavoretti e la moglie è nel garage-cantina, a cui si accede dall'esterno della villetta. Alle 13,08 Di Nunzio chiama il 112 e racconta di aver trovato la moglie con dei cavi elettrici intorno al collo. Dice anche di averli tagliati, nel disperato tentativo di soccorrere la donna. Sul posto arrivano i carabinieri e un'ambulanza del 118, ma per la 60enne non c'è più niente da fare. La scena che si trovano davanti i militari dà adito ai primi sospetti, confermati - pare - anche da alcune incongruenze nel racconto del marito. Anche dai primi rilievi effettuati dal medico legale Cristian D'Ovidio emergono dubbi sul fatto che il decesso della donna sia avvenuto in seguito a un gesto volontario.
INDAGINI PER OMICIDIONella villetta di contrada Iconicella, che affaccia su una stradina parallela alla Provinciale Lanciano-Fossacesia, arrivano i carabinieri della sezione investigazioni scientifiche del comando provinciale. Sul posto a guidare le indagini ci sono il tenente colonnello Vincenzo Orlando, comandante della compagnia di Lanciano, e il tenente Giuseppe Nestola, capo del Nucleo operativo e radiomobile (Norm). Arriva anche il pm Serena Rossi. I carabinieri lasciano l'abitazione solo a sera, quando la salma viene caricata e portata a Chieti, in attesa dell'autopsia. Il locale del garage-cantina è posto sotto sequestro. Nei prossimi giorni saranno effettuati approfondimenti operativi e scientifici. L'autopsia, soprattutto, potrà confermare o meno i sospetti degli inquirenti, ovvero che la morte di Annamaria D'Eliseo per asfissia è incompatibile con un gesto autolesionistico. Al momento l'esame, affidato al medico legale D'Ovidio, non è stato ancora fissato.
LA DIFESADi Nunzio viene ascoltato dagli inquirenti fino alle 4 del mattino. Lascia la caserma solo all'alba. È iscritto nel registro degli indagati per omicidio volontario. «Di Nunzio si reputa innocente», dice l'avvocato Claudio Nardone che ieri ha raggiunto il 70enne nella sua abitazione, «anche se la Procura sta indagando. Aspettiamo gli sviluppi delle indagini. Il mio assistito ha risposto a tutte le domande, ha smentito di aver ucciso la moglie e ha detto di non averla mai maltrattata. Dice di averla trovata in garage e di aver cercato di soccorrere la signora».
I RAPPORTI TRA I CONIUGIMarito-padrone, geloso, manesco: così viene descritto, anche da alcuni parenti, l'ex vigile del fuoco. Chi era vicino ad Anna sa che più volte ha fatto ricorso alle cure del pronto soccorso, anche se al momento non risultano evidenze, come ad esempio denunce, di maltrattamenti subiti dalla donna. Anche a scuola, sul posto di lavoro, qualche livido più evidente non era sfuggito allo sguardo di colleghi e docenti, ma Anna lo giustificava con qualche caduta in campagna, plausibile poiché la bidella era un'instancabile lavoratrice. Ultimamente accompagnava il marito al mercato coperto di piazza Garibaldi, dove lui vendeva le uova. “Uova di galline felici” come recita, oggi sinistramente, un cartello fuori dal cancello della villetta.
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