Il papà dei fratelli: dolore infinito Oggi i funerali a Casoli e a Rapino 

L’appello del genitore: «È il tempo di piangere chi non c’è più, rispetto per la nostra immane tragedia» L’ultimo saluto al palasport e allo stadio per i quattro giovani morti nello schianto di venerdì notte

BUCCHIANICO . Papà Domenico si libera dalla rigidità di un lutto che imprigiona sentimenti, gesti, parole, anche il pianto. Papà Domenico Fiore è schiacciato dal dolore per due figli da seppellire. Ma decide di rompere il silenzio a distanza di poco più di 48 ore dalla strage di Bucchianico che gli ha portato via per sempre i suoi ragazzi, Massimiliano e Alessandro, 21 e 23 anni, vittime dell’incidente stradale in cui sono morti anche il cugino Mattia Menna, 23enne di Altino, che viaggiava con loro, e Domenico Di Fazio, 37 anni di Rapino, in auto con Fabio Iacobini, 30 anni di Crecchio, ora ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Santissima Annunziata di Chieti.
L’APPELLO Papà Domenico non se la sente ancora di parlare, ma affida il suo dramma a un comunicato inviato ai giornali a metà giornata: «Chiediamo il massimo rispetto per questa immane tragedia: per chi ha perso la propria giovane vita, per chi ancora lotta per rimanervi aggrappato, per noi tutti colpiti da un dolore che non è neppure in qualche modo descrivibile. Questo è il tempo di piangere chi non c’è più, e di aiutare chi è ancora ferito gravemente. Non di attribuire responsabilità: lasciamo che a questo pensi la magistratura, senza giungere a conclusioni troppo affrettate. Verrà poi anche il tempo della verità su quanto tristemente accaduto, ma non ora, per piacere». Quello di Domenico è «un appello a nome di tutti i familiari, in queste ore sprofondati nel dolore». Madri e padri, fratelli e sorelle, nonni e nonne che sentono la necessità di lanciare un messaggio chiaro, senza il timore di apparire fragili, deboli.
LE INDAGINI Per fare luce sulla tragedia, le famiglie Fiore e Menna si sono affidate all’avvocato Enzo Di Lodovico dello studio Giesse di Montesilvano e a un pool di ingegneri esperti nella ricostruzione degli incidenti. In base agli accertamenti della polizia stradale di Chieti, la Volkswagen Golf guidata da Massimiliano Fiore ha sorpassato una Fiat Tipo mentre, in direzione opposta, giungeva la Jeep Renegade condotta da Iacobini. Lo schianto «di fortissima entità» è stato inevitabile.
L’INCHIESTA Il primo passo dell’inchiesta coordinata dal procuratore Lucia Anna Campo, ovvero le ispezioni cadaveriche eseguite dal medico legale Pietro Falco, ha confermato che i quattro giovani sono morti a causa dei gravissimi politraumi riportati nello schianto.
L’ADDIO Oggi è il giorno del dolore. Alle dieci del mattino, al palazzetto dello sport di Casoli, in via Lame, sono in programma i funerali dei fratelli Fiore e del cugino. Ci sarà anche il sindaco di Rapino, Rocco Micucci, oltre a Massimo Tiberini e Vincenzo Muratelli, primi cittadini di Casoli e Altino. Ci saranno i parenti e gli amici di questi tre ragazzi che, tra venerdì e sabato, tornavano a casa dopo aver trascorso la serata a Pescara. Ci saranno i colleghi di lavoro, perché Massimiliano, Alessandro e Mattia, stavano già costruendo basi solide per il proprio futuro, chi come geometra, chi come ingegnere, chi dopo un’esperienza in Australia.
L’ALTRO FUNERALE Sempre oggi, ma alle quattro del pomeriggio, Rapino dirà addio a Di Fazio, presidente della squadra di calcio del paese e sempre in prima linea quando c’era da organizzare un evento, dare una mano ai più deboli o supportare la protezione civile. Il funerale è in programma alla stadio, per lui una seconda casa. Voleva portare il Rapino in Promozione, Domenico. Ma il suo sogno, i sogni di Massimiliano, Alessandro e Mattia sono svaniti nel buio di una notte di fine estate.
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