Tensione nella maggioranza a un anno dal voto. Sullo sfondo la lotta per la scelta del candidato sindaco

Il Pdl all’Udc: «Un’uscita infelice»

E’ sceso il gelo tra gli alleati dopo le critiche giunte sabato dai centristi

LANCIANO. E’ sceso il gelo tra Pdl e Udc. Il partito che guida la maggioranza di centrodestra in municipio ha mal digerito le bacchettate arrivate dai centristi, l’altro giorno davanti alla stampa, al sindaco Filippo Paolini e alla sua amministrazione. Non ci sono state reazioni ufficiali, ma il Pdl non nasconde la collera per l’entrata a gamba tesa del partito di Pierferdinando Casini, che ha calato lo “stato maggiore” per dare la sveglia a Paolini e ai suoi. A un anno circa dalle elezioni comunali le grandi manovre per il dopo-Paolini mettono in fibrillazione la maggioranza.

La corsa alla successione di Filippo Paolini, che non può ricandidarsi, rischia di stravolgere patti e alleanze. Così l’Udc bacchetta in pubblico la stessa maggioranza di cui fa parte. Nella conferenza stampa di sabato scorso il ghota del partito - il segretario cittadino Giuseppe Di Biase, il vicesindaco Paolo Bomba, il responsabile provinciale Angelo Cellini, il capogruppo alla Regione Antonio Menna, il vicecommissario e presidente della Provincia, Enrico Di Giuseppantonio - ha tirato per le orecchie Paolini e il Pdl.
«Entro la fine del mandato vanno approvati piano regolatore e società di trasformazione urbana per non tradire il patto con gli elettori», è stato il messaggio lanciato agli alleati.

Affermazioni che alle orecchie del Pdl sono giunte come uno scaricare la colpa dei ritardi solo su una parte della maggioranza.
Lo sgambetto dei centristi non è stato preso bene dall’altra parte di cielo della maggioranza.
«Mi fa piacere che l’Udc confermi come prioritari gli obiettivi sui quali giunta e maggioranza sono già a lavoro», risponde con ironia pungente l’assessore all’Urbanistica, Marco Di Domenico, diretto interessato anche alla corsa elettorale, «in agenda non ci sono solo Stu e Prg, ma anche edilizia concertata, il piano per il centro storico, i grandi parcheggi e il piano strategico che deciderà su fiera e ospedale».

«L’Udc ha fatto un’uscita infelice: quello che vogliono loro lo vogliamo anche noi», dichiara il capogruppo Pdl, Umberto Di Francescantonio, «è stata inoltre una grave mancanza non invitare, alla conferenza stampa con tutti i vertici del partito, il sindaco e il capogruppo dello schieramento alleato».
Pecca che è stata fatta notare al vicesindaco Bomba.
Ma al di là del bon ton politico, a disturbare gli alleati sono le mire dell’Udc per le prossime elezioni amministrative: il 23 per cento dei voti e, perché no, il candidato sindaco.
«Sceglieremo il migliore, che può essere anche dell’Udc», si è messo di mezzo Di Giuseppantonio.

Paolini si è risentito: sulla sua strada trova di nuovo l’avversario delle provinciali. Per l’accordo con Casini sull’ex sindaco di Fossacesia, il Pdl sacrificò il primo cittadino di Lanciano, altrimenti in pectore per l’incarico alla Provincia.
Un dualismo che evidentemente non si è mai sopito e che si rinfocola in questa nuova partita. Paolini ha davanti a sé, a parte il ruolo (scontato) di coordinatore cittadino del Pdl, un futuro tutto da reinventare; Di Giuseppantonio sta scalando le tappe di una carriera politica. La resa dei conti arriverà con le amministrative del 2011. Resta da vedere come il centrodestra arriverà all’appuntamento.

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