Il porto di Ortona candidato al turismo di lusso

L’armatore napoletano Luise pronto a investire in Abruzzo la capitaneria: sì a iniziative che rilanciano l’economia
ORTONA. Il porto che ha consolidato la sua vocazione commerciale tenta ora di inserirsi nel circuito dei megayacht che solcano i mari di tutto il mondo alla ricerca di terre da eleggere a meta turistica di pregio. E' la carta che lo scalo ortonese potrebbe giocare cogliendo le possibilità offerte dal nuovo Piano regolatore portuale in chiave di sviluppo della zona sud dello specchio d'acqua racchiuso tra i due moli d'ingresso, un potenziale da un milione di metri cubi esattamente come Ancona ma ancora in gran parte da caratterizzare come area per il diporto a alta densità di servizi. Il guanto della sfida lo gettano Confindustria Chieti sezione Trasporti e logistica e Capitaneria di porto con un convegno, "Abruzzo: lo sviluppo del turismo nautico quale valorizzazione del territorio", domani alle 17,30 alla sala riunioni dell'autorità marittima. Incontro a più voci su cui spicca quella di Fulvio Luise, presidente di Federagenti Yacht nazionale e a capo di Luise associates, l'agenzia napoletana fondata nel 1847 che nell'assistenza ai grandi yacht di armatori per lo più anglosassoni ha elaborato il "modello Luise" divenuto standard internazionale già lo scorso secolo.
Interventi anche di Roberto Perocchio presidente di Assomarinas e di Assonautica Pescara con Francesco Di Filippo, mentre le conclusioni sono affidate al sindaco Vincenzo D'Ottavio e al coorganizzatore Giuseppe Ranalli, a capo della sezione Trasporti di Confindustria teatina.
Si apre con i saluti del senatore Pd Giovanni Legnini, il presidente della Provincia Enrico Di Giuseppantonio, gli assessori comunali Maria D'Alessandro e Gianluca Coletti, il presidente di Turimo in Confindustria Gianfranco Marrollo e il capitano di fregata Giovanni Greco, comandante della Capitaneria.
«Attrezzare il porto per il turismo nautico di lusso», spiega Luise, «è soltanto una tranche dell'operazione, anche se fondamentale. Il resto consiste in una sfida culturale in cui istituzioni e operatori attuali e potenziali sappiano disegnare un'offerta turistica e servizi nel "retroporto", la città e il territorio, in grado di attrarre un movimento che misura gli standard su scala mondiale». Lo scalo dovrà presentarsi, secondo Luise, come avamposto di un contesto territoriale in linea con le attrattive offerte in Adriatico da posti come Venezia e la Croazia, attracchi ormai entrati nel cult del turismo nautico di lusso.
«A Ortona è già consolidata la cantieristica navale», osserva, «ma le dotazioni portuali per il turismo andranno implementate in un progetto dagli investimenti irrisori rispetto all'introito generabile in un settore che conta la creazione di 7 posti di lavoro nell'indotto per ogni addetto impiegato nella nautica». Il comandante Greco spiega che «la Capitaneria ospita volentieri questa come ogni altra iniziativa che considera con serietà lo sviluppo di uno scalo, già in parte attrezzato per la movimentazione passeggeri, e penso al molo Martello. La parte sud», aggiunge Greco, «è ideale per la vocazione diportistica e turistica che nel nuovo Prp si pone come volano di nuove attività accanto alla zona nord ormai votata alle merci.Il porto di Ortona potrebbe dunque diventare punto di riferimento per il turismo nautico di lusso. (f.b.)
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