Il ritorno del filobus, antica novità
Viaggio inaugurale tra la gente che applaude, da domani si fa sul serio
CHIETI. Dieci milioni di euro, la scommessa del trasporto ecologico all’insegna di un’innovazione dal sapore antico. La città d’Achille riscopre il gusto della filovia, dei mezzi di tanti giovani che adesso hanno superato i 70 anni, della ripresa nel dopoguerra. I filobus come metafora di “Chieti città aperta” che riparte verso il progresso, ora tornato come primo nemico dello smog da gas di scarico. Inaugurazione ieri mattina a dispetto dei tanti “gufi”, un’opera pubblica che non inquina, ancora incompleta, ma in funzione fin da domani mattina in attesa dell’ultimazione del tracciato con le autorizzazioni e dei nuovi filobus.
Il prologo. Il filobus verso le 9,30 sbuca da via Federico Salomone e fa una breve sosta a largo Cavallerizza. Salgono il senatore Giovanni Legnini, l’assessore ai lavori pubblici Luigi Febo e un emozionato sindaco Francesco Ricci che si siede negli ultimi posti. Qualche minuto e il motore elettrico è di nuovo in funzione. Si parte per piazzale Marconi, comincia l’avventura. Di fronte alla stazione la cerimonia del taglio del nastro. E’ tornata la filovia, dopo 17 anni. Un evento non solo per Chieti, ma per l’Abruzzo intero. Decine e decine di cittadini stregati dalla “novità”. Passanti e curiosi applaudono con ampi sorrisi il passaggio del filobus, foto con i telefonini, la filovia che fa riscoprire gli anni della giovinezza, un evento che sembra un gioco collettivo. Sulla Colonnetta le macchine suonando addirittura i clacson per salutare il bus elettrico. Una festa generale attesa per troppo tempo, sottolineano Legnini, Ricci e Febo.
«Le tappe per il ripristino della filovia sono state molto lunghe ma è importante sottolineare il risultato eccellente ottenuto da questa amministrazione», dice Legnini, «e dall’assessore Febo oggetto di critiche ingiuste e pretestuose. Abbiamo compiuto un passo concreto per regalare alla città un trasporto pubblico pulito ed ecosostenibile». Le curve a gomito della Colonnetta seguono la traiettoria delineata. Alla fermata tanti in attesa. L’arcivescovo Bruno Forte è con don Gino Smargiassi, parroco della chiesa del Santissimo Crocifisso, oltre ad un drappello di cittadini desideroso di rivedere da vicino il vecchio-nuovo filobus. Benedizione di rito, ma prima padre Bruno lascia il segno della sua cultura sull’avvenimento. «La ripresa del servizio filoviario a Chieti ha un doppio valore. Uno strettamente ecologico e un altro simbolico. La filovia, infatti, rappresenta una rete di collegamento funzionale per una città policentrica che ha bisogno di essere interconnessa e solidale tra le varie parti che la compongono». Flash, telecamere, applausi, alcuni con le lacrime agli occhi. «Questa è una giornata indimenticabile per Chieti», interviene il sindaco, «che si riappropria di un servizio identificativo.
La filovia è nel dna della città e molti di noi sono cresciuti su questo mezzo che fa la spola tra il colle e lo scalo, le due realtà cittadine accomunate ancora di più proprio dai filobus». Chieti è tra le (poche) 14 città italiane ad essere caratterizzata da un mezzo di trasporto elettrico ed ecologico. Che si muove, peraltro, anche in salita. «Una prerogativa», rivendica Ricci, «che abbiamo solo noi e La Spezia». La gente sale e scende. Ha fretta, vuole riabituarsi a servirsi della filovia per la tratta storica piazzale Sant’Anna-piazza dei Martiri Pennesi, zona Madonna delle Piane, passando per piazzale Marconi.
Sono le 10,30 quando il filobus risale sul colle prima di scendere di nuovo per trasportare le scolaresche in una serie di visite guidate con tecnici della Panoramica, la società che cura il trasporto pubblico. Il binomio Comune e Panoramica ha funzionato. Non a caso Febo e il direttore di esercizio Franco Chiacchiaretta si danno il “5” a chiusura dell’inaugurazione. Bentornata filovia.
(ha collaborato Jari Orsini)
Il prologo. Il filobus verso le 9,30 sbuca da via Federico Salomone e fa una breve sosta a largo Cavallerizza. Salgono il senatore Giovanni Legnini, l’assessore ai lavori pubblici Luigi Febo e un emozionato sindaco Francesco Ricci che si siede negli ultimi posti. Qualche minuto e il motore elettrico è di nuovo in funzione. Si parte per piazzale Marconi, comincia l’avventura. Di fronte alla stazione la cerimonia del taglio del nastro. E’ tornata la filovia, dopo 17 anni. Un evento non solo per Chieti, ma per l’Abruzzo intero. Decine e decine di cittadini stregati dalla “novità”. Passanti e curiosi applaudono con ampi sorrisi il passaggio del filobus, foto con i telefonini, la filovia che fa riscoprire gli anni della giovinezza, un evento che sembra un gioco collettivo. Sulla Colonnetta le macchine suonando addirittura i clacson per salutare il bus elettrico. Una festa generale attesa per troppo tempo, sottolineano Legnini, Ricci e Febo.
«Le tappe per il ripristino della filovia sono state molto lunghe ma è importante sottolineare il risultato eccellente ottenuto da questa amministrazione», dice Legnini, «e dall’assessore Febo oggetto di critiche ingiuste e pretestuose. Abbiamo compiuto un passo concreto per regalare alla città un trasporto pubblico pulito ed ecosostenibile». Le curve a gomito della Colonnetta seguono la traiettoria delineata. Alla fermata tanti in attesa. L’arcivescovo Bruno Forte è con don Gino Smargiassi, parroco della chiesa del Santissimo Crocifisso, oltre ad un drappello di cittadini desideroso di rivedere da vicino il vecchio-nuovo filobus. Benedizione di rito, ma prima padre Bruno lascia il segno della sua cultura sull’avvenimento. «La ripresa del servizio filoviario a Chieti ha un doppio valore. Uno strettamente ecologico e un altro simbolico. La filovia, infatti, rappresenta una rete di collegamento funzionale per una città policentrica che ha bisogno di essere interconnessa e solidale tra le varie parti che la compongono». Flash, telecamere, applausi, alcuni con le lacrime agli occhi. «Questa è una giornata indimenticabile per Chieti», interviene il sindaco, «che si riappropria di un servizio identificativo.
La filovia è nel dna della città e molti di noi sono cresciuti su questo mezzo che fa la spola tra il colle e lo scalo, le due realtà cittadine accomunate ancora di più proprio dai filobus». Chieti è tra le (poche) 14 città italiane ad essere caratterizzata da un mezzo di trasporto elettrico ed ecologico. Che si muove, peraltro, anche in salita. «Una prerogativa», rivendica Ricci, «che abbiamo solo noi e La Spezia». La gente sale e scende. Ha fretta, vuole riabituarsi a servirsi della filovia per la tratta storica piazzale Sant’Anna-piazza dei Martiri Pennesi, zona Madonna delle Piane, passando per piazzale Marconi.
Sono le 10,30 quando il filobus risale sul colle prima di scendere di nuovo per trasportare le scolaresche in una serie di visite guidate con tecnici della Panoramica, la società che cura il trasporto pubblico. Il binomio Comune e Panoramica ha funzionato. Non a caso Febo e il direttore di esercizio Franco Chiacchiaretta si danno il “5” a chiusura dell’inaugurazione. Bentornata filovia.
(ha collaborato Jari Orsini)

