Il sindaco vieta di giocare a calcio in strada

14 Maggio 2014

PIETRAFERRAZZANA. Nel paese che si affaccia lì dove il Sangro riversa le sue acque nel lago omonimo, vivono 120 persone. Come la vela di un’antica barca, la roccia - che dà nome al luogo - sembra...

PIETRAFERRAZZANA. Nel paese che si affaccia lì dove il Sangro riversa le sue acque nel lago omonimo, vivono 120 persone. Come la vela di un’antica barca, la roccia - che dà nome al luogo - sembra trascinare con sé, in un viaggio compiuto almeno nella fantasia, quelle poche case che paiono inerpicate su essa. A Pietraferrazzana non c’è nessuna scuola e i ragazzi in età scolastica (da 6 a 18 anni) sono 12, di cui 7 maschi. Poco più di una squadra di calcio. Già, il calcio! Il problema è che questi ragazzi, per un’ordinanza del sindaco Pierino Liberatore, dal 9 maggio non potranno più giocare a pallone nelle piazze e vie del paese.

Certo, il sindaco ha preso questa decisione «a seguito di varie sollecitazioni da parte di alcuni cittadini che hanno richiesto interventi a tutela della tranquillità nelle zone del centro abitato, in particolare nelle piazze e vie del paese minate da parte di ragazzi che con il gioco del pallone stanno arrecando danni a cose pubbliche e molestia alle persone che sostano o transitano in suddette zone».

Il vocabolario Treccani spiega che, un’accezione di “minare”, è “logorare con azione lenta e progressiva, relativamente alle condizioni fisiche, o psicofisiche, di una persona”. Se le parole hanno un senso, c’è da ritenere che i 12 ragazzi giochino a pallone in strade e piazze a ogni ora del giorno, comportandosi come il rumore di un “tarlo” che s’insinua nel cervello.

Dal 9 maggio pugno di ferro e sarà intrapresa «ogni utile iniziativa tendente al rispetto delle norme che regolano la vita civile». I colpevoli saranno puniti con una sanzione massima di 500 euro. Converrebbe comprare una play station e, in barba a tutte le raccomandazioni dell'età evolutiva, chiudere i ragazzi in casa.

Matteo Del Nobile

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