«Illegittimo il vertice Sasi Sono nulli tutti i suoi atti»

Il deputato Di Stefano contro l’ente che gestisce il servizio idrico integrato dopo che il giudice ha negato al Cda l’iscrizione nel Registro delle imprese

LANCIANO. «La Sasi, a oggi, non è iscritta al Registro delle imprese e quindi di fatto non può operare. Tutti gli atti che ha firmato questo Cda considerato illegittimo, potrebbero essere considerati nulli, con danni notevoli per i Comuni, dove magari sono stati effettuati interventi in questi mesi. È inutile che il presidente Sasi, Domenico Scutti, ricorra al tribunale collegiale: la sentenza arriverebbe dopo mesi e mesi. Il problema, invece, c’è ora perché di fatto è tutto fermo». Il deputato Fabrizio Di Stefano (Fi) è tornato sulla vicenda della sentenza del Giudice del registro del tribunale di Chieti, Nicola Valletta, che ha respinto il ricorso della società che gestisce il ciclo idrico integrato nella provincia di Chieti che chiedeva l’ iscrizione al Registro delle Imprese.

«Il giudice ha rigettato il ricorso e la sentenza è esecutiva», dice Di Stefano. «Il giudice ha evidenziato che il Cda presentato è difforme da quello eletto dall’assemblea de 7 ottobre 2013 che indicava Domenico Scutti come presidente, poi Brunella Tarantini, del centrosinistra, e Patrizio D’Ercole, del centrodestra, come consiglieri. Mentre quello presentato per l’iscrizione toglieva D’Ercole inserendo Vincenzo Marcello. Una decisione che ha di fato bloccato la Sasi. Scutti annuncia ricorso al tribunale collegiale?», chiede il deputato, «che facesse pure, ma anche se dovesse presentarlo non potrà essere definito prima di un anno. Nel frattempo come si andrà avanti? Che cosa ne sarà di tutti gli atti assunti dall’attuale Cda? Sono validi?».

Domande che Di Stefano ha posto e che presenterà in un ricorso che invierà alla Regione, che ha il controllo sulle società di gestione del ciclo idrico, e alla Corte dei conti. E il problema è rilevante se oltre a non poter operare, anche gli atti firmati finora, i progetti, come ad esempio quello sul risanamento delle opere di captazione e delle condutture dovessero essere nulli. Ci sarebbero danni notevoli per i cittadini. «Ci sono poi altri aspetti da chiarire», riprende Di Stefano, «come la gestione degli appalti, le forniture, le consulenze, le assunzioni fatte. È da chiarire anche la posizione del Pd che rimane in silenzio».

Intanto l’assemblea dei sindaci-soci della Sasi è convocata per martedì sul progetto di fusione tra Sasi e Isi, la società pubblica proprietaria delle reti idriche. Il centrodestra indica come percorso quello della incorporazione della Sasi nell’Isi,per evitare costi onerosi, soprattutto in termini fiscali, per i Comuni. Costi che lieviterebbero fino a 11 milioni di euro se non si dovesse arrivare alla fusione e la Isi verrebbe liquidata.

Teresa Di Rocco

©RIPRODUZIONE RISERVATA