Imprenditrice vittima di usura: 3 arresti 

Le donne sono finite ai domiciliari: la vittima vessata da richieste di restituzione del denaro con tasso del 4mila per cento

LANCIANO. Se non avesse restituito i soldi prestati, con tassi usurari che sono arrivati a toccare il 4mila%, si sarebbero rivolte a «conoscenti della malavita napoletana». Così tre donne di Lanciano, due delle quali di origine campana, hanno vessato per mesi una giovane imprenditrice locale che, alla fine, si è rivolta alla polizia. Le presunte strozzine agli arresti domiciliari sono Carmela Gargano, 40 anni, nata a Napoli; Laura Ciarelli, 37 anni, e Clelia Malvone, originaria di Torre Annunziata e residente a Lanciano e già arrestata per spaccio. Le ordinanze di misura cautelare, emesse dal Gip del tribunale di Lanciano, Massimo Canosa, su richiesta del pm Francesco Carusi, sono state eseguite ieri dal personale del commissariato di polizia, diretto dal vicequestore Lucia D'Agostino. Le tre si sarebbero rese responsabili a vario titolo dei reati di usura, estorsione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Nel giugno del 2021 l'imprenditrice, titolare di una ludoteca già in crisi economica a causa della pandemia da Covid-19, si era rivolta alla Gargano, una conoscente, per un prestito iniziale di 900 euro, per fronteggiare il pagamento di alcune bollette. Tra rate pattuite e pretese dell'ultimo momento, come quella di restituire subito i 900 euro come richiesto da fantomatici usurai della mala napoletana, l'imprenditrice pian piano è arrivata a consegnare alla donna 20.750 euro, con un tasso usurario pari ad oltre 4mila%. Ma avrebbe dovuto continuare a dare altri 5mila euro circa che, poi, si è rifiutata di pagare. Nel frattempo, per fronteggiare le continue richieste, la donna è finita nella rete di altre due presunte usuraie. La Ciarelli le avrebbe prestato 10mila euro, concordando la restituzione della somma in 27 rate da 600 euro, di cui l'imprenditrice avrebbe pagato solo le prime tre. Anche la Malvone le avrebbe prestato 3mila euro, con la restituzione di una cifra finale pari a 9mila euro, e quindi l'applicazione di tassi usurari pari al 141%. Nel caso in cui non avesse potuto onorare il pagamento mensile delle rate, l'imprenditrice veniva minacciata dell’incendio delle proprietà e di ritorsioni da parte di fantomatici usurai della malavita napoletana e delle famiglie rom locali.
Forte era lo stato di sudditanza psicologica della vittima, che le ha provocato una serie di problematiche fisiche e psicologiche, al punto da costringerla a sottoporsi a cure mediche specialistiche per alleviare il forte stress. Vessata dalle continue richieste delle indagate, alla fine si è rivolta alla polizia. Il commissariato si è avvalso dell'ausilio della guardia di finanza per il calcolo dei tassi usurari applicati, attività fondamentale per fondare la richiesta di misure cautelari. Nei prossimi giorni per le tre si svolgeranno gli interrogatori di garanzia.
©RIPRODUZIONE RISERVATA