In arrivo un maltificio e un marchio unico per la birra abruzzese

27 Novembre 2024

L'annuncio di D'Incecco, capogruppo regionale della Lega: "Al lavoro con i birrai dopo il successo del festival"

CHIETI. "Siamo già al lavoro per chiudere la filiera abruzzese della birra agricola e artigianale, dalla terra al boccale e, come evidenziato dagli stessi produttori, la priorità assoluta è realizzare sul territorio regionale un impianto di maltazione, ad oggi assente, per avere in loco la materia prima fondamentale per questo straordinario prodotto. Per quanto riguarda invece il disciplinare e il marchio unico a breve, entro gennaio, faremo una riunione con tutti i birrai, che saranno protagonisti in tutte le fasi del processo normativo". Lo ha detto il capogruppo della Lega in consiglio regionale, Vincenzo D'Incecco, a consuntivo della seconda edizione del Festival delle Birre d'Abruzzo, celebrata in una tre giorni nel palazzetto della Camera di Commercio Chieti-Pescara di Chieti.

D'Incecco, primo firmatario della legge regionale 5 del 15 marzo 2021, che ha come obiettivo la valorizzazione e internazionalizzazione della birra artigianale e agricola abruzzese, anticipa le future mosse dell'evento. La seconda edizione che ha registrato un buon successo di pubblico, ha avuto innanzitutto come protagonisti i birrifici agricoli e artigianali Nabò, Maiella, Beer park, Pesce Palla, Ramoni, Golden rose, Bag, Babilhop e Marsos, che in alcuni casi autoproducono oltre la metà del frumento necessario per il malto, potendosi così fregiare del titolo di birrificio agricolo e che quest'anno hanno incontrato e sottoscritto promettenti accordi con buyers che operano nei mercati di Inghilterra, Finlandia, Stati Uniti, Sud America, Giappone, Cina e Taiwan, o anche con piattaforme di incontro di domanda e offerta tra birrifici e locali in tutta Italia.

"Gli stessi buyers ci hanno confermato - commenta a tal proposito D'Incecco - che la birra agricola artigianale abruzzese è assolutamente competitiva e di ottima qualità. A maggior ragione occorre lavorare alla sua riconoscibilità e legame con il territorio. Ecco perché è fondamentale un marchio con relativo disciplinare, a cui si potrà liberamente aderire. Un po' quello che si è deciso di fare con l'arrosticino d'Abruzzo, che avrà sia il marchio Dop che quello Igp. A questo proposito vorrei ricordare che i nostri vini fino a qualche decennio fa, venivano commercializzati e consumati sostanzialmente in ambito regionale, mentre oggi rappresentano un brand di eccellenza, una punta di diamante dell'agrifood abruzzese e sono esportati e apprezzati in tutto il mondo, creando lavoro e e ricchezza diffusa. Ci sono tutte le premesse per fare altrettanto con la birra agricola ed artigianale".

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