Inciampò sull’asfalto dissestato: Comune condannato a risarcire oltre 10mila euro

La somma tra danni e spese legali alla donna che nell’agosto 2023 era caduta su un tombino. L’ex primo cittadino Di Primio avvocato della vittima. Contestata anche l’assenza di illuminazione
CHIETI. Una passeggiata dall’esito imprevisto, con cifre vertiginose a fare da epilogo di una storia lunga più di due anni: oltre 10mila euro sfilate alle tasche del Comune, condannato dal giudice Francesco Turco del Tribunale di Chieti al risarcimento dei danni patiti dalla donna che nell’agosto 2023 è inciampata su un tombino. Una parabola che dalla vita quotidiana si sposta al teatro giudiziario, dal contesto idilliaco di un giro a piedi per la città all’inizio di un lungo contenzioso: sono le ore 20 di un giorno di piena estate, poco prima del Ferragosto.
Moglie e marito scelgono le strade del centro storico per un breve giro, approfittando dell’ultima ora di luce: quanto basta per godersi il passeggio serale prima della cena, ma non abbastanza perché sulla strada, in via Marco Vezio Marcello, verso piazza dei Templi Romani, sia ben visibile il tombino con attorno un manto stradale dissestato, con un gradino a fare da inciampo. Il caso è finito in tribunale, dove il Comune si è costituito eccependo il nesso tra la caduta della donna e la responsabilità dell’amministrazione. Ed è stato l’ex primo cittadino Umberto Di Primio a rappresentare, in qualità di avvocato, la donna caduta.
Non c’è solo lo spavento per l’incidente, confermato dal marito della donna, ma anche l’assenza, testimoniata sempre dall’uomo, di illuminazione per le strade del centro storico utile a rendersi conto della presenza di un dislivello lungo il percorso: assenza di illuminazione che l’istruttoria ha confermato, tanto più grave perché in una zona molto trafficata nel centro storico della città. E poi ci sono i danni, per i quali il Comune è stato condannato a risarcire: 6.114 euro oltre alle spese legali, altre 4.400 euro per compensi professionali, per un totale di oltre 10mila euro che potrebbero aumentare per gli interessi legali maturati dalla data della sentenza.

