Ipotesi premeditazione per l’omicidio Paganelli

23 Agosto 2012

SAN SALVO. L'omicidio di Albina Paganelli fu premeditato o frutto di un tragico imprevisto? È il quesito al quale in queste ore sta cercando di dare una risposta il sostituto procuratore Giancarlo...

SAN SALVO. L'omicidio di Albina Paganelli fu premeditato o frutto di un tragico imprevisto? È il quesito al quale in queste ore sta cercando di dare una risposta il sostituto procuratore Giancarlo Ciani. Dopo il nuovo sopralluogo compiuto martedi pomeriggio nella casa della vittima in via Fedro, gli inquirenti hanno ascoltato altre persone informate sui fatti confrontando le loro dichiarazioni con quelle rese da Vito Pagano martedi mattina in procura. Se il magistrato dovesse ravvisare la premeditazione, l'autore del delitto rischierebbe l'ergastolo. Il pm sta cercando di ricostruire con certosina precisione le fasi dell'omicidio e gli eventi che lo hanno preceduto. Albina Paganelli la notte del 14 agosto scorso aprì personalmente la porta di casa al suo carnefice.

«Non lo avrebbe mai fatto se non avesse avuto confidenza con chi stava bussando alla sua porta», insistono i legali che rappresentano la famiglia della vittima, Antonino e Giovanni Cerella. L'assassino, probabilmente spinto da impellente bisogno, ha chiesto alla vittima del denaro. Davanti al rifiuto della donna potrebbe aver perso la testa. È tuttavia importante stabilire se l'omicida quando è entrato a casa di Albina avesse con sé il coltello che ha ucciso la pensionata o lo ha preso a casa della Paganelli . Al momento gli indagati del delitto sono due, Vito Pagano, 28 anni, di San Salvo e Chelmus Gelu, 31 anni , prima accusato e poi scagionato dallo stesso Pagano. Gelu questa mattina sarà ascoltato dal Gip. Subito dopo potrebbe arrivare il proscioglimento. Prove e indizi invece sono contro Pagano. Per giorni il giovane si è dichiarato innocente. Tanti gli elementi che lo inchiodano: le prove trovate nella sua casa distante pochi metri da quella della Paganelli , l'affetto che la povera donna nutriva nei suoi confronti e i prestiti in denaro fatti dalla pensionata al ragazzo. Martedì, Pagano ha chiesto di incontrare il pm Ciani per la terza volta. Subito dopo, il giudice ha disposto una nuova perquisizione nella casa del delitto. «Cosa abbia detto Vito Pagano al magistrato non possiamo dirlo. La procura ha imposto il silenzio», dicono i difensori di Pagano, gli avvocati Fiorenzo Cieri e Clementina De Virgilis. In paese però si susseguono voci e ipotesi. Chi conosce Vito Pagano non esclude che dinanzi a prove schiaccianti possa aver cominciato a fare delle ammissioni. Nuove dichiarazioni per evitare la premeditazione .Questa mattina, saranno i carabinieri del Ris di Roma a rivelare al sostituto procuratore Ciani a chi appartengono le tracce di sangue trovate sulle scarpe e sui soldi che Pagano aveva a casa e i filamenti trovati sotto le unghie della vittima.

Paola Calvano

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