«L’acqua non la paghiamo» Protesta di 1.267 utenti

Guardiagrele, il Comitato civico consegna alla Sasi la petizione dei cittadini e il dossier su sprechi e interventi da realizzare subito per mettere fine ai disagi

GUARDIAGRELE. Una diffida con 1.267 firme consegnate alla Sasi in cui si annuncia che le bollette dell’acqua non saranno pagare se il servizio idrico non viene regolarmente erogato. Un dossier in cui si analizza la situazione idrica nel Guardiese, indicando gli interventi da effettuare subito e quelli a lungo termine affinchè di ponga fine alla grave penuria idrica che da anni colpisce Guardiagrele e i comuni serviti dall’Avello. Sono le azioni portate avanti dal Comitato per l’acqua Guardiagrele che ieri si è presentato con alcuni componenti negli uffici Sasi di Lanciano, la società pubblica che gestisce il servizio idrico integrato nel Chietino, per consegnare un pacco di diffide.

«Da anni c’è una grave crisi idrica a Guardiagrele e nei paesi serviti dall’acquedotto dell’Avello e che si è aggravata negli ultimi due», dice Gino Primavera, del comitato, «questa situazione porta disagi enormi ai noi cittadini perché ci sono distacchi del servizio sia notturni che diurni, distacchi che non sono nemmeno annunciati, mentre l’acqua erogata è sotto i livelli minimi indicati dalla Carta dei servizi. E allora abbiamo detto basta: se entro 15 giorni l’erogazione dell’acqua non tornerà regolare, con interruzioni solo per cause di forza maggiore, non paghiamo le bollette».

Ma oltre alla protesta i membri del comitato hanno fatto anche una proposta al presidente della Sasi, Domenico Scutti, che li ha incontrati. «Stiamo facendo un dossier in cui analizziamo la situazione attuale, indichiamo gli interventi immediati e quelli a lungo termine per avere un servizio dignitoso», ha detto Primavera. «Subito, ad esempio, servono nuovi pozzi e bisogna riequilibrare i flussi di acqua nei Comuni. Interventi a lungo termine invece sono l’aumento del numero dei serbatoi e della loro capacità: nel centro storico di Guardiagrele ci sono serbatoi di 50 anni fa che si vuotano subito. Poi servono nuovi pozzi a Bocca di Valle e il rifacimento della rete che ha perdite maggiori al 40 %».

Alcune opere sono già programmate dalla Sasi, come annunciato da Scutti. Il presidente della Sasi ha detto ai membri del Comitato che nel bilancio dell’ente sono disponibili le somme per eventuali nuovi pozzi a Bocca di Valle, ma che è in attesa della relazione tecnica e delle pratiche dal Comune; che vorrebbe attivare una cogestione con l’Aca per la stazione di pompaggio di Pretoro per regolare i flussi, ma che è difficile perché i rapport con l’Aca non sono dei migliori; ha anche assicurato che ci sono 50mila euro per il ripristino del materasso filtrante alle sorgenti dell’Avello.

Teresa Di Rocco

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